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Riccardo Milani è il regista di “Grazie ragazzi”, sua nuova commedia con protagonista Antonio Albanese. La pellicola – scritta con Michele Astori - è l’adattamento del film francese “Un anno con Godot”, di Emmanuel Courcol, a sua volta basato sul documentario “Prisoners of Beckett”, diretto da Mishka Saal. Albanese è Antonio, un attore disoccupato che troverà lavoro come insegnante in un laboratorio teatrale all’interno di un carcere. Dopo un inizio non proprio brillante, i detenuti si lasceranno andare, scoprendo il potere liberatorio dell’arte e la sua capacità di dare uno scopo e una speranza oltre l’attesa. Nel cast ci sono anche Sonia Bergamasco, Giacomo Ferrara, Vinicio Marchioni, Fabrizio Bentivoglio, Nicola Rignanese, Andrea Lattanzi e Giorgio Montanini. Il film è nelle sale a partire dal 12 gennaio.

https://www.youtube.com/watch?v=hfhr7dXwEdA
LA TRAMA

Albanese diverte e commuove portando il teatro in carcere, ancora di salvezza che riabilita l’anima

Antonio è un attore appassionato ma spesso disoccupato. Di fronte alla mancanza di offerte di lavoro, accetta un lavoro come insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un istituto penitenziario. All’inizio titubante, scopre del talento nella improbabile compagnia di detenuti e questo riaccende in lui la passione e la voglia di fare teatro. Antonio riesce a convincere la direttrice del carcere a mettere in scena la famosa commedia di Samuel Beckett “Aspettando Godot” su un vero palcoscenico teatrale. Giorno dopo giorno i detenuti si arrendono alla risolutezza di Antonio. Si lasciano andare scoprendo il potere liberatorio dell’arte e la sua capacità di dare uno scopo e una speranza oltre l’attesa. Così quando arriva il definitivo via libera, inizia un tour trionfale.

Recensione di Grazie Ragazzi
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 117 min
Regia Riccardo Milani

 

Cast
Antonio Albanese: Antonio
Sonia Bergamasco: Laura
Giacomo Ferrara: Aziz
Vinicio Marchioni: Diego
Fabrizio Bentivoglio: Michele

LA RECENSIONE

Il paragone tra i carcerati e Vladimiro ed Estragone di “Aspettando Godot”

Con “Grazie Ragazzi”, Milani ha avuto il potere di dire cose importanti e profonde usando il registro della commedia, senza mai sminuirle. Il fatto di riprendere “Un anno con Godot” e “Prisoners of Beckett” e farne una propria versione è stata un’intuizione geniale perché gli ha fornito la base portante per mescolare sapientemente commedia e dramma, viaggiare su due binari paralleli che più volte s’intersecano dando vita a qualcosa di eccezionale, divertente e commovente allo stesso tempo. La carta vincente è appunto il paragone tra l’attesa di Estragone e Vladimiro nella celeberrima opera di Beckett con quella dei detenuti del carcere di Velletri. I primi due attendono inutilmente il fantomatico Godot per tutta la vita mentre i carcerati trascorrono il loro tempo nel cortile e nelle celle in attesa dell’ora d’aria, delle visite dei parenti o amici dei pasti e del momento in cui riassaporeranno ancora la libertà.

Recensione di Grazie Ragazzi

Il teatro come ancora di salvezza che riabilita l’anima

L’ago della bilancia è Antonio Albanese. Milani gli cuce addosso il ruolo dell’attore disoccupato che però non ha mai spento il fuoco della sua grande passione per il teatro e per la sua magia che metterà al servizio dei detenuti, di quelli che come lui hanno perso momentaneamente la speranza e che sono in perenne attesa che accada qualcosa che li “risollevi”, che spezzi le loro angosce e che dia di nuovo un senso alle loro vite. Il teatro e la cultura diventano allora l’ancora di salvezza, un sentiero verso la strada giusta e la vera “riabilitazione” dell’anima. Straordinari sono anche tutti gli altri attori del cast tra cui spiccano Vinicio Marchioni, nei panni di Diego, lo spaccone del gruppo poi Fabrizio Bentivoglio (Michele), Giacomo Ferrara (Aziz), Nicola Ragnanese (Ettore), Andrea Lattanzi (Damiano), Giorgio Montanini (Mignolo), Bogdan Iordachioiu e Gerhard Koloneci, delineati molto bene e non lasciati in ombra dal regista, bravissimo nel dedicargli il giusto spazio per far emergere le loro peculiarità, le loro colpe, i loro sogni che convergono in quella straordinaria occasione che è l’arte.

IN CONCLUSIONE

Le frecciatine di Milani e Astori

Detto ciò, Milani e Astori sono stati molto abili a permeare la pellicola di frecciatine (neanche tanto velate) al vero senso riabilitativo del carcere e al valore del teatro, tanto bistrattato e invece tremendamente utile e culturalmente incentivante, poi sulle stesse difficoltà del mestiere dell’attore, di cui a volte si vede solo il lato “dorato”. Si ride, ci si commuove, ci si fa mille domande e sul finale si può ampiamente essere d’accordo sul fatto che il regista, Albanese e tutta la squadra (Saverio Guama alla fotografia, Patrizia Ceresani e Francesco Renda al montaggio e Davide Canori, ideatore delle musiche) hanno aperto l’anno cinematografico 2023 con un piccolo gioiellino di cui sentiremo parlare a lungo. 

Il voto di Cinefily

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