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Guillermo del Toro segue il suo acclamato successo del 2017, vincitore di un Oscar, La Forma dell'acqua, con questo remake avvincente, denso e noir dell'originale film del 1947 basato sul romanzo di William Lindsay Gresham (1946). Sei interessato al film? Ecco la mia recensione di La fiera delle illusioni - Nightmare Alley.

LA TRAMA

Illusione e denaro

Stati Uniti, è il 1939 e Stanton ‘Stan’ Carlisle (interpretato da Bradley Cooper) trascina sotterra un corpo in una buca, dando poi alle fiamme la casa di famiglia. Si dirige verso un circo itinerante poco distante, rimanendo affascinato dalla cultura e dal clima che vi si respira. Qui trova lavora con una plausibile chiaroveggente Madame Zeena (Toni Collette) e suo marito alcolizzato. Stan, giorno dopo giorno, inizia ad apprendere i “trucchi del mestiere” di Zeena, con la donna che lo avverte di non avventurarsi in “spettacoli di spiritismo”. Spettacoli che dovrebbero guidare i clienti in momenti mistici di profondo ​​contatto con i morti, ovviamente frutto dell’inganno.

La fiera delle illusioni - Nightmare Alley

Alla fine Stan e la collega-amata Molly (Rooney Mara) si dirigono a Buffalo dove si presenta come “The Great Stanton”, esibendosi per la ricca élite urbana della città. Qui attira l’attenzione sia della psicologa Lillith Ritter (Cate Blanchett) che del potente miliardario Ezra Grindle (Richard Jenkins) e intraprende così un percorso che potrebbe portare alla sua rovina…

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Info
Anno 2022
Durata 150 min
Regia Guillermo del Toro

 

Cast

Bradley Cooper: Stanton “Stan” Carlisle
Cate Blanchett: Lilith Ritter
Toni Collette: Zeena Krumbein
Willem Dafoe: Clem Hoately
Richard Jenkins: Ezra Grindle
Rooney Mara: Molly
Ron Perlman: Bruno

LA RECENSIONE

Un film dalle due anime

Non definirei La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley come un film horror. Piuttosto è un film che trasuda dell’amore di Del Toro per il cinema noir, e per il mondo dei fraks. È un film sicuramente dalle due anime. Da un lato abbiamo il circo grintoso, magico, lievemente squallido e popolato da straordinari mostri fuori di testa. Dall’altro lato abbiamo l’elegante città di Buffalo, con il suo stile art déco e con un perennemente cupo paesaggio innevato. Ma entrambe le metà del film sono assolutamente avvincenti. Avvincenti, inquietanti e complementari.

Sebbene il film sia una sorta di thriller psicologico solo nella parte finale ci rendiamo conto che la pellicola non offre nessun eroe, nessun salvatore per cui tifare. Stan ha “tradito” e abbandonato i suoi salvatori iniziale del circo. E ora, a Buffalo, cerca fortuna sfruttando le persone emotivamente più vulnerabili. Ma del Toro riesce comunque a plasmare un personaggio interessante e in cui credere – anche quando col passare dei minuti diventiamo sempre più consapevoli del suo oscuro passato, dei suoi piani sinistri. E del suo essere un antieroe.

Il finale è un’apoteosi sorprendente: la chiusura perfetta del cerchio. Si tratta di una circolarità soddisfacente ma altrettanto sbalorditiva per le sorti del film e del protagonista. Una conclusione in grado di offrire una forma di giustizia nei confronti di un uomo rovinato solo da sé stesso.

IN CONCLUSIONE

Del Toro strabilia ancora. Il regista messicano porta il suo stile visivo unico e riconoscibile in un'opera maestosa ma al tempo stesso oscura e dai tratti noir. Nightmare Alley è un film che abbraccia un mondo pieno di estranei, di freaks, di illusioni, inganni e stranezze morali.
Tutto è progettato con amore e passione per mostrare i migliori lavori di cinematografia, illuminazione, costumi e design. Nightmare Alley è la fiera del dettaglio, la cura maniacale di ogni aspetto della vita umana, dal più brutto al più bello. E come per ogni noir classico, l'oscuro e abbagliante circo di Del Toro conferma che il film evento vecchio stile non è del tutto morto.

Il voto di Cinefily

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