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Dal 9 febbraio nei cinema sbarca anche “TÁR”, l’ultimo film del regista Todd Field. Protagonista è la due volte premio Oscar Cate Blanchett nei panni di Lydia Tár, considerata una delle più grandi compositrici/direttrici d’orchestra viventi e prima donna in assoluto a dirigere un’importante orchestra tedesca. Il ruolo le ha già regalato la Coppa Volpi all’ultimo Festival di Venezia, Il Golden Globe e chissà, anche il terzo Oscar, dato che la pellicola è candidata a ben sei statuette.

https://www.youtube.com/watch?v=F_NxSjuprJs
LA TRAMA

Ritratto di una donna in disfacimento

Todd Field ci porta nel mondo di Lydia Tár, prima direttrice capo donna della Filarmonica di Berlino. Potente, fiera e consapevole del suo immenso talento, Lydia si prepara all’uscita del suo libro e alla cruciale esibizione sulle note della Quinta Sinfona di Mahler. A sostenerla ci sono sempre la sua assistente Francesca (Noémie Merlant) e sua moglie Sharon (Nina Hoss). Il suo mondo dorato e d’eccellenza sembra crollare quando dal suo passato riemergono incubi incentrati sulla giovane Krista (Sylvia Flote), ex membro del programma borse di studio, che probabilmente ha avuto rapporti con Lydia finiti poi molto male. La donna finisce in un vortice di calunnie e accuse da cui sarà quasi impossibile uscire.

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INFO & CAST
Anno 2022
Durata 158 min
Regia Todd Field

 

Cast
Cate Blanchett: Lydia Tár
Noémie Merlant: Francesca Lentini
Nina Hoss: Sharon Goodnow
Sophie Kauer: Olga Metkina
Julian Glover: Andris Davis

LA RECENSIONE

La vita di Lydia Tár, una spirale dantesca dalle stelle all’inferno

Una spirale fatta a cono come l’inferno dantesco. Sembra questo il disegno della vita di Lydia Tár fatto da Field, che ha scritto la sceneggiatura pensando solo a Cate Blanchett come unica protagonista. E in effetti l’attrice, già vincitrice di due Oscar e candidata alla terza statuetta proprio per questa pellicola, catalizza l’attenzione per tutta la durata (monster) di 158 minuti, alternando calma, rabbia, follia, talento e una bravura al di fuori dal comune. La Tár è una donna vecchio stampo, integerrima ma sessualmente molto aperta, “cattiva” e dura ma sempre con una motivazione (secondo lei) moralmente giusta. Ambiziosa, accentratrice ma mutevole e non attenta a non mostrare alcuni lati vulnerabili che le faranno perdere inesorabilmente lo scettro.

Recensione di Tár

Dal successo assoluto allo sfacelo totale

La prima parte del film è tutta incentrata sulla conoscenza dell’artista, intervistata su uno stupendo palcoscenico, quando la sua stella è al culmine del suo splendore. Nulla può fermarla e avvertiamo subito la sua consapevolezza che la rende invincibile. Ma ecco che – dopo un’oretta – il film prende una piega diversa, da biopic diventa dramma psicologico, anche a tinte cupe e quasi horror, quando una tragedia colpisce il mondo dorato della famosa direttrice, mandandolo in frantumi attraverso accuse infamanti. L’artista inattaccabile diventa fragile, ci mostra i suoi incubi peggiori, terrificanti, la sua fragilità fino allo sfacelo totale, perdendo quella reputazione e quel prestigio costruiti in tanti anni di carriera sfolgorante. 

IN CONCLUSIONE

I pericoli del potere e della sua gestione.

Field, attraverso la storia di questa donna dalle mille sfaccettature, ci fa riflettere sui pericoli del potere e sulla sua gestione, sulla fragilità della vita e del successo, delle proprie consapevolezze date come assolute e sui lati oscuri e/o i drammi psicologici che ognuno di noi può nascondere dietro una facciata dorata. Tutto questo gli è valso 6 nomination (Miglior film, Miglior regista, Miglior attrice protagonista, Miglior sceneggiatura originale, Miglior montaggio e Miglior fotografia) e, molto probabilmente, la Blanchett dopo la Coppa Volpi alzerà anche il suo terzo Oscar, decisamente meritato.

Il voto di Cinefily

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