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Luca Guadagnino, con Challengers, ci regala un film che parla tanto delle emozioni umane quanto delle sfide sul campo da tennis.
Con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist nel cast e la penna di Justin Kuritzkes alla sceneggiatura, il film esplora le complessità dell'amore, dell'amicizia e della competizione attraverso gli occhi di uno sport che riflette la delicatezza e l'intensità richieste nelle relazioni personali. La storia si dipana attraverso una serie di flashback che ci mostrano gli inizi di queste relazioni durante gli anni del liceo e come un triangolo amoroso disturba la loro amicizia.

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LA TRAMA

Un triangolo amoroso focoso ed intrigante

Zendaya nel ruolo di Tashi Duncan, è una ex star del tennis trasformata in allenatrice: una forza della natura che non tollera errori, sia sul campo che fuori. Sposata con un campione in declino (interpretato da Mike Faist), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando egli si trova a fronteggiare l’ormai distrutto Patrick (interpretato da Josh O’Connor), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. Mentre passato e presente si scontrano e la tensione aumenta, Tashi dovrà interrogarsi sul prezzo della vittoria.

Recensione di Challengers
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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 131 min
Regia Luca Guadagnino

 

Cast
Zendaya: Tashi Duncan
Josh O’Connor: Patrick
Mike Faist: Art Donaldson

LA RECENSIONE

Game, set, match! Guadagnino conquista tutti portando in scena un'esperienza sensoriale completa

Il film salta avanti e indietro nel tempo, ritraendo costantemente una rivalità alimentata da un decennio di rancore: Patrick e Art schiacciano palline da tennis come se stessero schiacciando le teste l’uno dell’altro. Patrick è sicuro di sé, un giocatore ribelle vincolato dalla propria arroganza, con il sorriso splendente di un uomo il cui fascino raramente lo ha deluso. Art è un sportivo più puro, più diretto, più sensibile, un po’ indietro ma fieramente dedicato. E nel ruolo di Tashi, l’instancabile Zendaya offre una performance elegante, mostrandoci di cosa è fatta, consegnando le frecciate velenose di Kuritzkes senza pietà, brandendo sguardi che feriscono a morte: se gli sguardi potessero uccidere, lei sarebbe un serial killer.

Infatti, a volte Guadagnino pone in secondo piano il dialogo e lascia che questi tre volti straordinari parlino da soli, utilizzando rallentamenti per elevare momenti altrimenti fugaci, conferendo loro grandezza, mettendo a nudo le anime dei personaggi, con un’intimità che sembra invadente. Nel frattempo, la colonna sonora techno-club ad alta energia di Trent Reznor e Atticus Ross (che collaborarono con Guadagnino già in Bones and All), adrenalizza il tutto, portando in primo piano la pura frenesia di ciò che sta accadendo mentre tensioni, ormoni e ambizioni si scontrano, in modo che anche scene di persone che camminano per i corridoi sembrino mitiche.

Recensione di Challengers

Challengers è realizzato di fino, un lavoro di pura precisione

“Stai giocando a tennis di percentuale. Aspettando che io sbagli,” dice Patrick ad Art in un certo punto, non riferendosi affatto al gioco, e questo è il nocciolo della questione — non c’è differenza tra ciò che accade sul campo e fuori. Sono tutti permanentemente “in calore”. C’è così tanto tennis qui, eppure non sembra un film sportivo. Ogni rimbalzo della palla è radicato nel carattere. Ogni scena è carica. Non c’è nessuna inutile divagazione, le emozioni — e la storia — si dipanano con ogni colpo di racchetta, ogni servizio è come uno schiaffo in faccia.

IN CONCLUSIONE

Guadagnino è veramente in forma maliziosa. Questa è una cinematografia gioiosa, birichina, ma non fatevi ingannare: gli enigmi qui sembrano questioni di vita o di morte, culminando in un climax così eccitante, che dimenticherai di respirare. È un tributo vibrante all'emozione dell'attesa, della conquista, del sacrificio, del tradimento, del rimorso, del fallimento. Tutto maledettamente insieme.
Operando al massimo, Luca Guadagnino si diverte alla grande con questa esplorazione sadica di un'ossessione implacabile. È eccitante, è affamato, è un film puramente emozionante.

Il voto di Cinefily

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