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Il bravissimo Dev Patel (candidato all’Oscar per “Lion – La strada verso casa” e protagonista dello straordinario “The Millionaire”) fa il suo debutto alla regia con “Monkey Man”, action-thriller che racconta la storia della vendetta di Kid (Patel), un uomo che si guadagna da vivere nei fight club clandestini, contro i leader corrotti che hanno ucciso sua madre e continuano a vittimizzare i più deboli. Molto interessante già dal trailer, il film ci ha convinto ancora di più al cinema. Leggere la nostra recensione per farvi un’idea completa.

LA TRAMA

Monkey Man e la leggenda di Hanuman

Ispirato alla leggenda di Hanuman, simbolo di forza e coraggio, Monkey Man vede Patel nei panni di Kid, un giovane anonimo che si guadagna da vivere in un fight club clandestino dove, notte dopo notte, indossando una maschera da gorilla, viene picchiato a sangue da lottatori più famosi in cambio di denaro. Dopo anni di rabbia repressa, Kid scopre un modo per infiltrarsi nell’enclave della sinistra élite della città. Mentre il suo trauma infantile ribolle, le sue mani misteriosamente sfregiate scatenano una esplosiva ondata di vendetta per regolare i conti con gli uomini che gli hanno tolto tutto.

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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 113 min
Regia Dave Patel 

 

Cast
Dave Patel: Kid
Sharlto Copley: Tiger
Pitobash: Alfonso
Vipin Sharma: Alpha
Zakir Hussain: Maestro della Tabla

LA RECENSIONE

L’ispirazione a John Wick

Dev Patel si è chiuso in palestra per mesi prima di indossare la maschera da scimmia che Kid sfoggia nel suo film d’esordio. I risultati si vedono tutti e per questa sua opera prima l’ispirazione alla saga di  “John Wick” è palese e addirittura citata, quindi non c’è da meravigliarsi se la pellicola, in molte scene, lo ricorda e gli rende tributo. Patel – aiutato nella sceneggiatura da Paul Angunawela e John Collee – costruisce un revenge movie che mescola la patinatura dei classici di Hollywood al cinema d’azione indiano, riprendendo la leggenda di Hanuman, la nota figura del Ramayana, legata a Shiva, metà uomo e metà scimmia. Scorrevole, violento quanto basta, ben coreografato, e con l’ottima fotografia di Sharone Meir, l’esordio convince perché il suo protagonista/regista ne fa trasparire l’impegno e l’ambizione. Il progetto, infatti, ha avuto una lunga gestazione, addirittura di anni, con rinvii legati al Covid e al fatto che, inizialmente, Netflix avrebbe dovuto occuparsi della produzione, ma poi c’è stato un dietro-front. Successivamente, il furbo Jordan Peele ne è rimasto talmente colpito che ha deciso di occuparsi personalmente della distribuzione della pellicola nelle sale con la sua casa di produzione Monkeypaw Productions, in associazione con Universal Pictures.

Un racconto personale pieno di riflessioni e spunti interessanti

In questo suo personale racconto, dove Patel mescola thriller, action e drama, l’attore/regista riesce a parlare anche di vari temi molto interessanti sulla corruzione della politica e della polizia, sulle disparità sociali, sul divario immenso tra ricchissimi e poverissimi e sull’emarginazione di questi ultimi e anche spunti sul mondo LGBTQ grazie al contatto con la comunità di Hijra, composta da transgender e transessuali, il “terzo sesso” riconosciuto ufficialmente in India nel 2014. Il suo Kid si muove in cerca di rivincita e riscatto tra mille persone, che lo arricchiranno e lo renderanno un uomo assolutamente nuovo. Insomma, un pot-pourri che potrebbe risultare a tratti confuso e caotico, ma che alla fine risulterà essere molto piacevole e d’impatto, grazie anche alla durata “normale” di 113 minuti. Che sia l’inizio di una nuova saga?

IN CONCLUSIONE

Dev Patel alle fine convince e dimostra che la passione e l'attenzione che ha avuto negli anni verso il mondo del cinema action e thriller gli sono servite. La sua opera prima sembra condensare tutto ciò che ha imparato e che lo ha accompagnato nella sua già stupenda carriera ma non solo. Infatti, con "Monkey Man" ha potuto fondere anche più culture, più realtà e la pellicola sembra solo il primo tassello di una carriera da regista che non potrà fare altro che migliorare di film in film perchè il talento c'è ed è molto apprezzabile.

Il voto di Cinefily

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