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Dopo “L’Immortale”, Marco D’Amore è tornato in cabina di regia per “Napoli Magica”, un docufilm targato Sky Original, presentato fuori concorso alla 40esima edizione del Torino Film Festival, prodotto da Sky e Mad Entertainment in collaborazione con Vision Distribution. Il soggetto e la sceneggiatura sono stati curati dallo stesso D’Amore con Francesco Ghiaccio che hanno lavorato a quattro mani per raccontare una nuova storia, alla scoperta della bellezza suggestiva e magica del capoluogo campano. Un viaggio attraverso la città, alla ricerca dei suoi misteri e dei suoi tesori nascosti, che è al cinema come evento speciale solo il 5, il 6 e il 7 dicembre.

https://www.youtube.com/watch?v=QgZAS0MJ9sY
PERCHè NAPOLI è MAGICA?

Napoli e le mille sfaccettature di un meraviglioso gioiello

Perché Napoli è magica?” E’ questa la domanda che Marco D’Amore fa ai suoi concittadini e ognuno dà la sua versione, reale, simpatica, onirica oppure gli risponde “Perché ci sei tu!”. La città che D’Amore racconta in questo docufilm si conferma un gioiello dalle mille sfaccettature, un caleidoscopio di emozioni, sfumature, dove sacro e profano convivono da sempre, dove le leggende e le superstizioni si amalgamano alla realtà, che a volte è inevitabilmente durissima ma sempre mitigata dallo spirito dei napoletani che è simile a quello delle fenici che riescono a risorgere sempre dalle proprie ceneri. La prima parte è tutta dedicata a questo tour dei vicoli e alla visita dei luoghi iconici della città i luoghi iconici come il cimitero delle Fontanelle, Castel dell’Ovo, la cappella del Cristo Velato, le Catacombe di San Gaudioso, passando per San Gennaro e Maradona, presente in mille murales. Qui il tono è colloquiale, talvolta autoreferenziale ma è inevitabile, dato che lo stesso d’amore è diventato un mito cittadino grazie al ruolo di Ciro Di Marzio in “Gomorra – La serie”.

INFO & CAST

La seconda parte teatrale e retorica

La realtà, però, si perde nella seconda parte in cui D’Amore decide di scendere nelle viscere di Napoli, nella città sotterranea dove vivi e morti convivono e dove inizia la parte di finzione, teatrale, dove Marco diventa l’attore e dove vengono raccontare e presentate le figure della sirena Parthenope, del munaciello, delle anime pezzentelle e del leggendario Pulcinella. La gente di strada viene sostituita da attori professionisti (impossibile non citare Andrea Renzi e Marianna Fontana) ma questo fa perdere quella sana spontaneità iniziale, quel calore e coinvolgimento della prima mezz’ora. D’Amore ci porta in un’altra dimensione che è sempre un tentativo ben riuscito di rendere omaggio alla splendida città partenopea ma l’atmosfera diventa un tantino più pesante, didascalica, retorica. Il meccanismo si ingolfa ma senza perdere il suo fascino, fatto di racconti storici e immagini d’archivio, esaltati dalla fotografia meravigliosa di Stefano Meloni e dalle musiche di Enzo Foniciello. Un grande lavoro è stato fatto anche da Mirko Platania, che si è occupato del montaggio e da Laurianne Scimeni, creatrice dei costumi.

IN CONCLUSIONE

Cosa resta, allora, dopo la visione di “Napoli Magica”? Un’opera di 90 minuti affascinante, senza dubbio magnetica, scritta bene e con guizzi poetici ma spaccata letteralmente a metà. SI poteva evitare la teatralità della seconda parte? Forse si, però è stato lo stesso Marco D’Amore, al Torino Film Festival, a dichiarare quanto segue:

“Spero che gli spettatori, gli addetti ai lavori e i critici riconoscano al film di essere un grande incompiuto e che si adoperino loro per completare questo racconto e moltiplicarne le visioni”.

Detto questo, allora lasciatevi trascinare dalla magia e date la vostra personale risposta all’interrogativo iniziale.

Il voto di Cinefily

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