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È arrivato nelle nostre sale “Ghostbusters – Minaccia glaciale”(“Ghostbusters: Frozen Empire”) e i fan sono molto incuriositi, anche perché il trailer prometteva scintille. Il film diretto da Gil Kenan è il sequel di “Ghostbusters: Legacy”(2021) ed è, quindi, il quinto capitolo del famoso franchise. Stavolta, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato e si unirà agli Acchiappafantasmi vecchi e nuovi per fermare la forza malvagia scatenata da un antico artefatto. Quale sarà il risultato? Beh, non vi resta che leggere la nostra recensione senza spoiler.

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LA TRAMA

I Ghostbusters uniti contro la divinità del gelo

In “Ghostbusters – Minaccia Glaciale”, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.

Recensione di Ghostbusters - Minaccia Glaciale
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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 115 min
Regia Gil Kenan

 

Cast
Mckenna Grace: Phoebe Spengler
Finn Wolfhard: Trevor Spengler
Paul Rudd: Gary Grooberson
Carrie Coon: Callie Spengler
Kumail Nanjiani: Nadem Razmaadi

LA RECENSIONE

Quando l’effetto amarcord non basta

Si, se vi state chiedendo se c’era veramente bisogno di un quinto film del franchise di “Ghostbusters”, la risposta è no. In realtà, quasi tutte le saghe che vanno oltre il terzo capitolo si muovono in un terreno minato, dove il minimo errore non viene perdonato dai fan. I primi due film sono diventati un cult assoluto, poi nel 2016 la novità del remake tutto al femminile, diretto da Paul Feig con protagoniste Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones, aveva instillato quel po’ di curiosità che aveva spinto le persone ad andare in sala. Il quarto film, “Ghostbusters: Legacy”, di Jason Reitman, quella curiosità l’aveva suscitata soprattutto spostando la location. Con “Ghostbusters – Minaccia Glaciale”, Gil Kenan ci riporta a New York, nella mitica centrale che ogni anno attira milioni di turisti da tutto il mondo, infarcendo la pellicola con tantissimi richiami al primo capitolo del 1984, costruendo una sorta di amarcord 2.0 con trama, protagonisti e nuove leve che combattono il fantasma di turno unendo le forze.

Recensione di Ghostbusters - Minaccia Glaciale

Una storia piena di personaggi ma che non decolla mai

Cos’è che allora non convince di “Ghostbusters – Minaccia Glaciale”? Innanzitutto, la confusione. Il film è un calderone pieno di vecchie glorie e nuovi personaggi che affollando la scena e non permettono allo spettatore di capire dove si andrà a parare o chi sia davvero il protagonista della storia. Molto divertenti le citazioni e i tributi al primo film – e alla saga in generale – ma mancano assolutamente il mordente, l’azione, l’adrenalina e l’unicità dei primi due film. Il film di Kenan non guarda assolutamente a quanto di buono fatto, per esempio, in “Ghostbusters: Legacy”, e anche se all’inizio sembra prendere una direzione nostalgico-sentimentale che poteva attecchire, la storia poi non decolla. Il ritorno degli Spengler (Carrie Coon, Mckenna Grace e Finn Wolfhard) a New York e l’interazione con il professor Gary Grooberson (Paul Rudd) e i “vecchi” Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson e Annie Potts non dà la possibilità a nessuno di loro di poter emergere nel corso del racconto (ad eccezione della performance di Kumail Nanjiani, veramente top). La loro unione per battere la divinità del gelo, Garraka, ed evitare una nuova Era Glaciale, si consuma in poche scene che non lasciano il segno, e il finale – alquanto prevedibile – vorrebbe aprire la strada ad altri capitoli che speriamo non ci siano.

IN CONCLUSIONE

Remake, reboot, commedia o horror, questo “Ghostbusters - Minaccia Glaciale” scava nel cassetto dei ricordi ma tira fuori troppi elementi. Ok, un ritorno alle origini ci poteva anche stare ma, ad un certo punto, sembra più che altro una mera operazione commerciale convulsa e raffazzonata. L’effetto nostalgia svanisce dopo la prima mezz’ora e la sceneggiatura cede il passo a personaggi nuovi senza anima mentre ai vecchi restano scene quasi macchiettistiche. Speriamo veramente che non si pensi ad un sesto capitolo perché sarebbe davvero un atto sconsiderato.

Il voto di Cinefily

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