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Nicolas Cage ha realizzato il suo sogno: interpretare Dracula sul grande schermo. L’attore è infatti protagonista della commedia horror “Renfield”, diretta da Chris McKay, nelle sale dal 25 maggio. Con lui ci sarà Nicholas Hoult, nei panni, appunto di Renfield, suo servitore che sarà costretto a procurare le vittime al suo padrone e ad eseguire ogni improbabile ordine. Fino a quando qualcosa in lui non cambierà e lo porterà a guardare altrove. Avrete già visto il trailer decine di volte e, se volete sapere se vale la pena pagare il prezzo del biglietto, allora non dovete fare altro che leggere la nostra recensione.

LA TRAMA

In questa mostruosa avventura moderna del fedele servitore di Dracula...

Nicholas Hoult interpreta Renfield, il tormentato aiutante del boss più narcisista della storia, Dracula (Nicolas Cage). Renfield è costretto a procurare le vittime del suo padrone ed a eseguire ogni suo ordine, per quanto spregevole. Ma ora, dopo secoli di servitù, Renfield è pronto a scoprire se c’è una vita al di fuori dell’ombra del Principe delle Tenebre. Se solo riuscisse a capire come porre fine alla sua co-dipendenza.

Recensione di Renfield
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 93 min
Regia Chris McKay

 

Cast
Nicholas HoultRenfield
Nicolas CageDracula
Awkwafina: Rebecca Quincy
Ben Schwartz: Tedward “Teddy” Lobo
Shohreh Aghdashloo: Bellafrancesca “Ella” Lobo

LA RECENSIONE

Renfield, la ribellione del succube servitore di Dracula da vita a una commedia dell’orrore spiazzante e divertente

Quando uscì il primo trailer, i pregiudizi erano tanti. Ebbene, dopo la visione di “Renfield”, diretto da Chris McKay, bisogna assolutamente ricredersi. Questa commedia dell’orrore, basata su un’idea originale del fenomenale fumettista Robert Kirkman (“The Walking Dead”), mescola splatter e gore con due protagonisti al massimo della loro forma: Nicholas Hoult e Nicolas Cage. Il primo è un perfetto Renfield, vero protagonista della storia che riesce a rubare la scena al Premio Oscar Cage. Molti ricorderanno che nel romanzo di Bram Stoker è uno zoofago (un uomo che mangia animali) 60enne ricoverato in un manicomio. Un giorno incontrerà il Conte Dracula che, in cambio dei suoi servigi, gli promette tantissimi animali di cui nutrirsi. Renfield accetta ma dopo un po’ decide di ribellarsi. McKay, con lo sceneggiatore Ryan Ridley, riprende questo filone ma trasforma Renfield in un bel giovane assuefatto dalla continua “fame” del suo padrone e che vuole tornare a vivere. Lo farà grazie ad una sorta di comunità di New Orleans e all’amore per la poliziotta Rebecca Quincy (Awkwafina, grandiosa nella parte) ma scatenando anche l’ira di Dracula che non accetta minimamente di essere abbandonato.

Recensione di Renfield

Un rocambolesco baraccone di 93 minuti

Ma cosa succede nel frattempo? Di tutto! Il regista – per fortuna – non si prende troppo sul serio e, dopo uno straordinario prologo in bianco e nero, strizzando l’occhio alle atmosfere di “Dark Shadows” e “Fright Night”, porta sul grande schermo un vampiro sui generis, cattivissimo, affamatissimo, padre padrone assoluto di Renfield ma anche macchiettistico, dissacrante e carismatico. Lo switch alla storia arriva quando il remissivo e chiuso Renfield non ne può più e, grazie anche ai “superpoteri” che lo stesso Conte gli ha donato, tenta di vivere la sua vita con la persona che ama, spezzando la catena che lo tiene legato tossicamente al Conte. Scene splatter, persone che “esplodono”, fame di suore, cheerleaders, innocenti, con una violenza che si spinge oltre ogni limite ma che proprio per questo diventa surreale e da vita ad un rocambolesco baraccone di 93 minuti che scivolano via in fretta.

IN CONCLUSIONE

Un team di geniacci

Gli effetti speciali di Matt Kutcher convincono per la maggior parte delle scene, anche in quelle a rallenty, un po’ meno in quelle che riguardano strettamente Dracula. Poco importa perché il ritmo è eccezionale, grazie anche al montaggio di Ryan Folsey, Giancarlo Ganziano e Mako Kamitsuna (che meriterebbero un premio!). Siamo stati rapiti anche dalle scenografie di Julie Berghoff e Alec Hammond, dai costumi perfetti di Lisa Lovaas e dal trucco da Oscar, opera di William Spataro. In conclusione, McKay ha portato al cinema qualcosa di consapevolmente imperfetto ma che ci ha attratto come una potentissima calamita.

Il voto di Cinefily

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