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Le premesse per diventare il blockbuster di maggio ci sono tutte e, forse, anche di tutto l’anno. Dal 24 maggio è sbarcato nei cinema italiani “La Sirenetta”, rivisitazione in live-action (e CGI) diretta dal regista Rob Marshall del classico del 1989 che fece incassi record al botteghino. Protagonista nei panni di Ariel troviamo Halle Bailey, cantante del duo hip-hop “Chloe x Halle”, e con lei nel cast ci sono Javier Bardem, Joanh Hauer-King, Noma Dumezweni e Melissa McCarthy (Ursula). Il film includerà un mix delle canzoni originali del film animato di Alan Menken e Howard Ashman, insieme a nuove canzoni di Menken (musica) e Lin-Manuel Miranda (testi). Già avete prenotato i vostri biglietti o volete leggete prima la nostra recensione?

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LA TRAMA

Ariel è una bellissima e giovane sirena con sete di avventura

La più giovane delle figlie di re Tritone e la più ribelle, desidera saperne di più sul mondo oltre il mare e, mentre visita la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le dà la possibilità di vivere la vita sulla terraferma, ma alla fine mette in pericolo la sua vita – e la corona di suo padre.

Recensione di La Sirenetta
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 135 min
Regia Rob Marshall

 

Cast
Halle Bailey: Ariel
Jonah Hauer-King: Eric
Noma Dumezweni: Regina Selina
Javier Bardem: Re Tritone
Melissa McCarthy: Ursula

LA RECENSIONE

La Sirenetta: missione compiuta per Rob Marshall. La sua versione in live action convince, anche se non è priva di difetti

Per il regista Rob Marshall si trattava di una prova a dir poco difficile. Lavorare al live action di uno dei film animati più amati della storia del cinema. Quando uscì “La Sirenetta”, nel 1989, fu un vero e proprio trionfo: 233 milioni di dollari d’incasso e due Oscar, uno alla Migliore colonna sonora e l’altro per la Migliore canzone (“Under The Sea”). Il film diede il calcio d’inizio alla fase di “Rinascimento Disney” e sbarcò anche a teatro come musical. Marshall, per il 95%, si attiene alla trama del film d’animazione, non stravolgendo assolutamente la storia, anzi sfiorando pericolosamente l’effetto “Copia e incolla” che, in generale, non fa decisamente bene. Nel caso de “La Sirenetta” possiamo anche capirlo perché c’è chi, probabilmente, non avrà mai visto la versione animata, quindi il nuovo adattamento è totalmente nuovo. Ma quanti saranno questi “sprovveduti” in tutto il mondo? 

Recensione di La Sirenetta

Halle Bailey scaccia via le polemiche e Melissa McCarthy merita solo applausi

Detto ciò, liberiamoci subito dal mare di polemiche inutili e razziste che travolse tempo fa la protagonista Halle Bailey, rea di essere nera e quindi “non adatta al ruolo”. A dispetto di tutto ciò, la Bailey è uno dei pilastri del progetto. Semplice, carismatica, simpatica, emozionante e bellissima, la sua empatia colpisce sin dai primi minuti e l’alchimia che rende credibile la storia d’amore col Principe Eric/Jonah Hauer -King è davvero magica. Nella parte del canto è doppiata da Yana C, veramente eccezionale, ma anche nei dialoghi la voce di Sara Labidi non perde colpi. Divina è la performance di Melissa McCarthy nei panni della cattivissima Ursula.

Mai scelta di casting fu più azzeccata dato che la straordinaria attrice dà il meglio di sé portando sul grande schermo tutto il suo talento che finisce col travolgerci immediatamente. In alcuni momenti diventa un po’ troppo cupa, quasi “horror” e forse questo potrebbe non piacere molto ai “genitori” dei piccoli fan, però nulla su cui non si possa andare oltre. Con nostro sommo rammarico, dobbiamo dire che non ci ha convinto molto il Re Tritone di Javier Bardem, troppo debole e poco caratterizzato rispetto agli altri personaggi e quando hai un premio Oscar del genere a disposizione è un vero spreco. Gli amici di Ariel del mondo marino sono uno spasso assurdo. Sono loro la vera anima della pellicola, così come lo erano nel cartone. Scuttle (doppiato da Alessia Amendola), Flounder (doppiato da Ciro Clarizio) e Sebastian (Mahmood) – anche se ricreato con una CGI un tantino discutibile – creano quell’atmosfera da musical che piace tanto ai bambini ma anche agli adulti. Mahmood, obiettivamente, convince di più nelle parti cantate rispetto ai dialoghi però, dai, non essendo un doppiatore gli si perdona tutto.

IN CONCLUSIONE

La grande differenza col film d’animazione – e che rappresenta anche un punto a sfavore per la versione di Marshall - è la durata. Il film del 1989 durava 82 minuti mentre l’adattamento in live-action dura ben 135 minuti. Ora, è vero che scivolano via senza grossi problemi, però la parte iniziale, secondo noi, è stata troppo diluita, inutilmente incentrata sulla conoscenza del mondo marino, dei suoi pericoli, introducendo una sotto trama ambientalista che poi alla fine non è mai affrontata come si deve, a dispetto del rapporto padre/figlia che in alcuni punti emoziona davvero tanto. Marshall e lo sceneggiatore David Magee hanno rispettato, come dicevamo, la trama originale, ma l’hanno anche modernizzata, rendendola più fresca e adatta alla contemporaneità, usando un linguaggio meno “fiabesco” e licenze registiche che scoprirete andando al cinema. La colonna sonora è quasi uguale (curata sempre dal mitico Alan Menken), ad eccezione di tre nuove canzoni che non sappiamo, obiettivamente, se lasceranno il segno come le precedenti. Per il resto, le coreografie, la fotografia (di Dion Beebe) e i costumi del premio Oscar Colleen Atwood sono mozzafiato. Missione compiuta? Beh, al netto di quanto detto, di qualche piccola “delusione” dettata forse dalla nostra pignoleria, possiamo dire di si, ma speriamo che non ci siamo inutili sequel che snaturerebbero quanto fatto da Marshall.

Il voto di Cinefily

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