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Le 10 pellicole che hanno meritato l’Oscar al Miglior film negli ultimi 20 anni

By Marzo 11, 2023No Comments

Sono 10 perle del cinema e hanno vinto meritatamente l’Oscar al Miglior film, sbaragliando una concorrenza agguerrita e fatta di altrettanti capolavori. Partendo dal 2003, abbiamo deciso di sceglierne 10 per fare una scorpacciata di gioielli della settima arte, in attesa del vincitore della statuetta più ambita dell’edizione 2023. Siete pronti a ripercorrere 20 anni di successi?

Le 10 pellicole che hanno meritato l’Oscar al Miglior film negli ultimi 20 anni

1. “Chicago”, di Rob Marshall

Il film di Rob Marshall, sceneggiato da Bill Condon e basato sull’omonimo musical di Broadway, ha come protagonisti da Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones, Richard Geere e John C. Reilly. Nel 2003 ha vinto sei Oscar – Miglior film, Miglior attrice non protagonista a Catherine Zeta-Jones, Miglior scenografia, Migliori costumi, Miglior montaggio e Miglior sonoro – diventando uno dei musical più amati di sempre. Marshall ci riporta nella Chicago del 1924. Qui, Velma Kelly (Catherine Zeta-Jones) è una star dei night club ma una notte viene arrestata perché, dopo aver beccato a letto suo marito e la sorella, li uccide. Alla sua esibizione assiste anche Roxie Hart (Renée Zellweger) che vorrebbe sfondare nello stesso campo grazie al suo amante ricco e ben introdotto nel mondo dello spettacolo. Ma quando scopre di essere stata ingannata, la donna lo uccide. Velma e Roxie s’incontreranno in cella e ad aiutarle ad uscire e realizzare i loro sogni ci sarà Billy Flinn (Richard Gere), l’avvocato migliore su piazza e anche senza scrupoli.

2. “Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re”, di Peter Jackson

Il terzo capitolo della saga de “Il Signore degli Anelli”, diretto da Peter Jackson, tratto dal romanzo di J.R.R. Tolkien, è stato un vero e proprio trionfo. Preceduto da “Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello” e “Il Signore degli Anelli – Le due torri”, ha vinto 11 Oscar nel 2004, diventando il film più premiato di sempre con “Ben-Hur” e “Titanic”. “Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re” inizia con la storia del passato di Gollum, che una volta era l’hobbit Sméagol, prima di essere trasformato dalla natura malvagia dell’Unico Anello. Intanto, ad Isengard, Merry (Dominic Monaghan) e Pipino (Billy Boyd) si ricongiungono alla Compagnia, dopo il ritrovamento del Palantir di Saruman (Christopher Lee). Gandalf (Ian McKellen) e lo hobbit partono per andare a Gondor, dove il reggente Denethor (John Noble) è in preda della follia dopo la morte del figlio Boromir. Aragorn (Viggo Mortensen) inizia ad accettare il suo ruolo di futuro re e, con Legolas (Orlando Bloom) e Gimli (John Rhys-Davies), si mette alla ricerca di un esercito invincibile. Frodo (Elijah Wood), bel frattempo, viene tradito da Gollum e Gondor si prepara alla difesa della roccaforte di Minas Tirith. L’intervento dell’esercito di Rohan e il ritorno di Aragorn (Viggo Mortensen) saranno fondamentali per guerra, che però sarà definitivamente vinta quando Frodo distruggerà l’Unico Anello. 

3. “Million Dollar Baby”, di Clint Eastwood

Nel 2005, l’Oscar al Miglior film andò a “Million Dollar Baby” di Clint Eastwood, con protagonisti lo stesso iconico regista, Hilary Swank e Morgan Freeman. La pellicola è tratta da un racconto della raccolta “Rope Burns”, di F.X. Toole e si aggiudicò altre tre statuette: Miglior regia a Eastwood, Miglior attrice protagonista a Hilary Swank e Miglior attore non protagonista a Morgan Freeman. Il protagonista è Frankie Dunn (Clint Eastwood), ex pugile e poi manager di boxe, gestore di una palestra a Los Angeles. Ad aiutarlo c’è Scrap (Morgan Freeman), anche lui ex pugile e suo unico amico. Dunn ha un carattere scorbutico e chiuso, risultato di una vita non propriamente facile, ma tutto sembra cambiare quando nella sua palestra arriva Maggie (Hilary Swank), una giovane cameriera decisa a salire sul ring. Frankie prima si rifiuta, ma poi accetta di allenarla, prendendola sotto la sua ala protettiva. Purtroppo, durante un incontro Maggie si rompe il collo e finisce in coma. Da quel momento inizierà un calvario infinito che legherà ancora di più Frankie e la giovane.

4. “The Departed – Il bene e il male”, di Martin Scorsese

“The Departed”, di Martin Scorsese, è il remake del film giapponese “Infernal Affairs”, di Andrew Lau e Alan Mak, uscito nel 2002. La pellicola nel 2007 vinse in totale 4 Oscar: Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior montaggio. Scorsese racconta la storia di Frank Costello (Jack Nicholson), boss della malavita irlandese di Boston, prende sotto la sua ala protettiva il giovane Colin Sullivan (Matt Damon), introducendolo al crimine organizzato. Con gli anni, Colin diventa detective dell’Unità Investigativa Speciale della polizia del Massachusetts e inizia a passare preziose informazioni a Costello, utilissime per le sue attività. Intanto, Billy Costigan (Leonardo DiCaprio), dopo essersi diplomato all’accademia di polizia viene reclutato dal capitano Queenan (Martin Sheen) e dal sergente Dignam (Mark Wahlberg) per andare in missione sotto copertura e incastrare Costello. E’ solo l’inizio di una sfida a ruoli invertiti, di talpe e infiltrati che sarà senza esclusione di colpi.

5. “Non è un paese per vecchi”, di Joel e Ethan Coen

I fratelli Coen conquistarono l’Academy, nel 2008, con questa straordinaria pellicola tratta dal romanzo di Cormac McCarthy. Oltre a quello per il Miglior film, si aggiudicò anche quelli alla Migliore regia, Migliore sceneggiatura non originale e al Miglior attore non protagonista (Javier Bardem). Siamo nel 1980. Il protagonista del film è Llewelyn Moss (Josh Brolin), un saldatore texano, reduce della guerra nel Vietnam. Mentre sta cacciando antilopi ai confini col Messico, l’uomo s’imbatte in quel che resta di un regolamento di conti per uno scambio di droga finito male. Tra vari cadaveri, trova anche una valigetta con due milioni di dollari. Llewelyn decide di tenere i soldi e tornare a casa per assicurarsi un futuro migliore, assieme alla moglie Carla Jean (Kelly Macdonald). Quella stessa notte, però, in preda ai sensi di colpa, torna sulla scena del delitto ma viene seguito da due uomini su un furgone e fugge. Una volta tornato a casa, impone alla moglie, di andare a casa della madre e va a rifugiarsi in un motel per nascondere i soldi. Sulle sue tracce si metteranno lo sceriffo Ed Tom Bell (Tommy Lee Jones) e Anton Chigurh (Javier Bardem), un killer spietato e senza scrupoli, incaricato di recuperare il denaro e che farà di tutto per riottenerlo.

6. “The Artist”, di Michael Hazanavicius

Il film muto e in bianco e nero di Michael Hazanavicius vinse nel 2012, in totale, 5 Oscar: Miglior film, Migliore regia, Miglior attore protagonista, Migliori costumi e Miglior colonna sonora. La pellicola è ambientata nella Hollywood del 1927. Qui, George Valentin (Jean Dujardin) è uno dei più grandi divi del cinema muto. un grande divo del cinema muto. Sul set, un giorno, incontrerà la giovane comparsa Peppy Miller (Bérénice Bejo), sua ammiratrice da sempre e tra i due si instaura subito una forte attrazione. Con l’avvento del sonoro, nel 1929, Valentin non vuole nelle pellicole parlate e decide di investire tutti i suoi soldi in un film muto prodotto da lui e che uscirà nello stesso giorno del film sonoro con protagonista Peppy Miller. La pellicola di Valentin si rivelerà un flop clamoroso e lo manderà in rovina, ma Peppy sarà li a tendergli una mano.

7. “12 anni schiavo”, di Steve McQueen

Il commovente film di Steve McQueen, nel 2014, vinse 3 Oscar (Miglior film, Miglior attrice non protagonista a Lupita Nyong’o e Migliore sceneggiatura non originale). Siamo nel 1841. Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor) è un bravissimo violinista nero che vive da uomo libero a Saratoga Springs con moglie e figli. Dopo essere stato tratto in inganno da due agenti, viene portato a Washington dove sarà drogato, imprigionato e torturato. Portato in Louisiana, l’uomo diventerà uno schiavo fino al 1853, cambiando vari padroni, fino all’incontro col perfido schiavista Edwin Epps (Michael Fassbender), che gli farà passare momenti atroci nella sua piantagione di cotone. Dopo 12 anni, la situazione cambia quando Solomon incontrerà l’abolizionista Samuel Bass (Brad Pitt).

8. “La forma dell’acqua – The Shape of Water”, di Guillermo del Toro

Nel 2018, Guillermo del Toro portò a casa 4 Oscar (Miglior film, Migliore regia, Migliore scenografia e Migliore colonna sonora per questa “fiaba” nera con protagonista Elisa Esposito (Sally Hawkins), una donna orfana e affetta da mutismo, che lavora come addetta alle pulizie in un laboratorio governativo dove avvengono sperimentazioni a scopi militari. Siamo a Baltimora, nel 1962, in piena Guerra Fredda. Un giorno, al laboratorio arriva una creatura anfibia dall’aspetto umanoide, catturata in un villaggio dell’Amazzonia. Elisa la incontra di nascosto, portandole da mangiare e insegnandole a comunicare tramite la lingua dei segni. Il malvagio colonnello Strickland (Michael Shannon), però, riceve l’ordine di vivisezionare la creatura. Elisa scopre tutto e decide di salvarlo con alcuni suoi amici, in una corsa contro il tempo (e Strickland) che potrebbe costarle la vita.

9. “Green Book”, di Peter Farrelly

Peter Farrelly conquistò nel 2019 tre Oscar (Miglior film, Migliore attore non protagonista a Mahershala Ali, Migliore sceneggiatura originale) grazie al fenomenale ed emozionante “Green Book”. Il regista ci riporta al 1962 e racconta la storia di Tony Vallelonga (Viggo Mortensen), buttafuori del Copacabana, un night club di New York, che si ritrova senza lavoro dopo la chiusura del locale. Per portare avanti la famiglia, l’uomo accetta di lavorare come autista per il pianista afroamericano Don Shirley (Mahershala Ali), in un tour nel sud degli Stati Uniti, zona in cui è ancora in vigore la segregazione razziale dei neri. A Tony viene consegnata una copia del cosiddetto “Green Book”, una guida turistica in cui sono indicati gli alberghi e i ristoranti nei quali gli afroamericani sono accolti e non rifiutati o segnalati. Dopo un’iniziale ostilità, tra i due s’instaurerà un rapporto di amicizia unico e speciale, fatto di protezione e solidarietà vera e pura.

10. “Parasite”, di Bong Joon-ho

Grazie a “Parasite”, Bong Joon-ho vinse la Palma d’oro a Cannes e nel 2020 4 Oscar (Miglior film, Miglior film internazionale, Miglior regista e Migliore sceneggiatura originale), diventando il primo film sudcoreano a compiere tali imprese. La pellicola racconta la storia della famiglia Kim – composta dal padre Ki-taek, la madre Chung-sook, il figlio Ki-woo e la figlia Ki-jung – vive di lavoretti mal pagati e abita in un sudicio seminterrato. Quando Ki-woo, falsificando diploma e identità, diventa il tutor privato dell’erede della ricchissima famiglia Park, i quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi definitivamente e insediarsi in casa, occupandone le varie mansioni. Anche se la loro strategia sembra perfetta e senza alcuna sbavatura, il destino ha in serbo per loro conseguenze imprevedibili.

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