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Dopo una lunghissima attesa e vari rinvii, Daniel Espinosa (“Safe House – Nessuno è al sicuro”, “Child 44 – Il bambino numero 44”) sbarca nelle sale con “Morbius”, terzo film dell’amato Sony Spider-Man Universe (SSU) che sta viaggiando ormai in parallelo al Marvel Cinematic Universe (MCU), con cui si è già “incontrato” più volte. Jared Leto è nei panni del biochimico Michael Morbius, creato nel 1971 da Roy Thomas e Gil Kane e inserito nel fumetto “Amazing Spider-Man” come antagonista dell’Uomo Ragno e Blade. Con lui un cast di stelle che comprende Matt Smith, Adria Arjona, Jared Harris e Tyrese Gibson.

LA TRAMA

Un nuovo antieroe nel Sony's Spider-Man Universe

Michael Morbius (Jared Leto) è un biochimico che soffre di una rara e pericolosa malattia del sangue. Il dottore proverà a trovare una cura sfruttando il sangue di alcuni pipistrelli della foresta pluviale amazzonica ma qualcosa va decisamente storto e Morbius sarà infettato da una forma di vampirismo che lo renderà un vampiro vivente con capacità soprannaturali. Da quel momento, dovrà decidere se nutrirsi di sangue umano per sopravvivere o mettere fine alla propria esistenza, a cui s’intrecceranno quelle della sua fidanzata Martine Bancroft (Adria Arjona) e di suo fratello “surrogato” Milo (Matt Smith).

Morbius, recensione del film con Jared Leto
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Info
Anno 2022
Durata 108 min
Regia Daniel Espinosa

 

Cast

Jared Leto: Michael Morbius
Matt Smith: Loxias Crown
Adria Arjona: Martine Bancroft
Jared Harris: Nicholas Morbius

LA RECENSIONE

Un diamante grezzo mal sfruttato

Come avere tra le mani un diamante grezzo di inestimabile valore e non sapere cosa farne. Questo è il riassunto dell’operazione fatta con “Morbius”. È verissimo che a danneggiare enormemente la pellicola è stata l’uscita rinviata per ben 6 volte e nel frattempo sono usciti “Venom: La Furia di Carnage” e il blockbuster assoluto “Spider-Man: No Way Home”, ma ciò non può giustificare quanto accaduto col film di Espinosa. Il personaggio, sebbene non noto come gli altri maggiori villain di Spider-Man, ha una storia ricchissima e piena di spunti (la malattia, la perdita, il tradimento, la doppia personalità, l’antieroe maledetto) che gli sceneggiatori Matt Sazama e Burk Sharpless sembrano toccare a malapena, senza andare minimamente a fondo, uscendo magari dai soliti cliché riguardanti i vampiri. Morbius è un vampiro vivente che combatte contro la sua stessa “bestialità”, ma nei fumetti è costantemente dannato (e nella sua forma “mostruosa”), dilaniato dalla sua natura dovuta ad un suo stesso errore. E questo nel film non c’è assolutamente, salvo in due scene (sempre uguali) dove cerca di reprimere la sua “fame”. Tutto questo faceva sperare bene nella prima parte (20/30 minuti), per poi perdersi completamente in quella centrale, fino ad arrivare in fretta e furia allo scontro finale (il film dura solo 108 minuti). È vero che Jared Leto catalizza totalmente l’attenzione, lo rende più moderno, giovane, muscoloso e sexy ma questo va a cozzare totalmente col vero spirito dei comics, snaturando quindi a priori la caratterizzazione del dottore.

morbius cgi

Le critiche esagerate sulla CGI e i personaggi secondari lasciati nel limbo

Tutte le critiche più feroci sono state indirizzate alla CGI e, in questo caso, sono un tantino esagerate. È vero che sembrano, per la maggior parte, molto raffazzonate e non degne dei maggiori film Marvel degli ultimi anni, ma dire che sono ferme ad inizio anni 2000 è un’affermazione relativamente errata. Gli effetti speciali che riguardano la trasformazione di Morbius, le sue “scie” colorate e contrastanti, i suoi movimenti sono più che accettabili, tutto sommato l’aspetto “vintage” può anche piacere e c’è, e c’è stato molto di peggio. Ciò che non convince è il ricorso troppo frequente alle scene in slow-motion e il “buio” in quelle action che sinceramente non aiuta a capire alla perfezione ciò che sta accadendo. 

Molto più apprezzabile è il personaggio di Milo (Matt Smith, il celebre Undicesimo Dottore di “Doctor Who” apprezzato anche nei panni de il Principe Filippo di Edimburgo in “The Crown”), delineato quasi più (e meglio) di Morbius, ma sempre tenendo una sorta di inspiegabile freno a mano che non permette di sviluppare fino in fondo il suo aspetto dark (vedi “Joker” e “The Batman”, concorrenti DC) e introspettivo presente nei fumetti. Il dualismo con Morbius è tutto un deja vu che scivola sullo schermo senza alcun guizzo particolare. Stesso errore per i personaggi di Adria Arjona, Jared Harris (Dottor Nicholas Morbius, mentore e figura paterna di Morbius) e ancor peggio per gli agenti dell’FBI Simon Stroud e Albert Rodriguez (Tyrese Gibson e Al Madrigal), banalmente stereotipati e lasciati in un limbo di pochissime battute, oscurati dalla presenza del protagonista Leto. 

IN CONCLUSIONE

I riferimenti a Spider-Man nelle scene post-credit

Il comparto tecnico sembra seguire la stessa scia. Le musiche di Jon Ekstrand sono adatte ma fastidiose nelle scene action più concitate e riportano alla mente il ritmo inutilmente martellante di pellicole non brillanti come “Mortal Kombat”(1995 e 2021) mentre la fotografia di Oliver Wood e le scenografie dell’italiana Stefania Cella sono promosse. Dal primo trailer, i riferimenti a Spider-Man sono stati quasi tutti cancellati (vedi l’assenza del palazzo Oscorp o il murales dedicato proprio all’Uomo Ragno), in un taglia e cuci che ha deluso i fan a priori, ma che si riprende flebilmente solo nelle due scene post-credit, quindi fate attenzione e aspettate, come al solito, fino alla fine dei titoli di coda. La speranza è quella che Morbius continui a vivere in uno dei prossimo film in calendario perché c’è ancora tantissimo da raccontare.

Il voto di Cinefily

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