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Everybody get up it's time to slam now
We got a real jam goin' down
Welcome to the Space Jam
Here's your chance, do your dance
At the Space Jam Alright

Si apriva con queste parole Space Jam, storico film del 1996 che ho semplicemente adorato da bambino. Amavo, e amo ancora quella canzone. È un inno a seguire il tuo io.  “Here’s your chance, do your dance”: benvenuto in Space Jam. Per introdurre la recensione del nuovo film di Space Jam come avrei potuto dimenticare il suo predecessore? Impossibile.

Ma abbandoniamo per un attimo l’effetto nostalgia e parliamo di qualcosa di sicuramente più attuale: ecco la recensione di Space Jam: New Legends.

La trama no spoiler

La star del basket LeBron James (nei panni di sé stesso) viene convocato alla Warner Bros. per assistere ad una presentazione per un’idea su un unovo film. Ma lui e suo figlio si ritrovano ben presto risucchiati nel “ServerVerso” – lo spazio digitale in cui vivono tutti i personaggi della Warner Bros. – controllato dall’onnipotente Al-G Rhythm (Don Cheadle), il quale costringe padre e figlio a confrontarsi in una partita di basket insieme ai migliori Looney Tunes.

LeBron James e Bugs Bunny
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Info
Anno 2021
Durata 115 min
Regia Malcolm D. Lee

 

Cast

LeBron James: se stesso
Don Cheadle: Al-G Rhythmo
Cedric Joe: Dominic “Dom” James
Sonequa Martin-Green: Kamiyah James

Space Jam a confronto: 1996 vs 2021

Facciamo un passo indietro. Torniamo per un secondo al passato. E ti chiedo per un momento di riflettere sulle tue sensazioni in merito all’originale Space Jam. La valutazione sul film che riuscì ad unire la leggenda del basket Michael Jordan e l’eroe dei Looney Tunes Bugs Bunny dipende leggermente dalla tua età. Il film potrebbe non significare nulla per molti, ma per la generazione che ha ancora una copia dell’amata e ormai scassata VHS, è uno scatto di puro anni ’90: semplice gioia nostalgica. Space Jam era un film divertente e strano, magari non accurato da un punto di vista fisico e di gioco. Ma aveva un fascino, c’era qualcosa di magico in quella strana alchimia di cartoni animati e sport (oltre a un cameo più che strepitoso di Bill Murray).

Oggi trovare uno sportivo in grado di attrarre tutto l’universo attorno a sé come fece Michael Jordan all’epoca è impossibile. Messi o Cristiano Ronaldo si avvicinano, ma non sono la stessa cosa. Siamo nell’era digitale, tutto è “instant” e qualsiasi campione lo resta per poco. Magari continua a vincere ma non diventa mai un vero fenomeno mediatico. Le leggende sono sempre meno, perché a regnare sono i tiktoker, gli influencer, celebrità diffuse in rete. Space Jam: New Legends è conscio di questo cambiamento, afferma chiaramente che il tempo è passato e ha cambiato tutti.

Gli stessi Looney Tunes sono abbandonati a loro stessi, fuggiti dal loro mondo per cercare fortuna altrove, del resto dopo il successo di Space Jam anche loro sono tornati un po’ nel dimenticatoio, nascosti sotto terra, proprio come Bugs Bunny.

Si dice effetto nostalgia. Ma del vecchio Space Jam questo nuovo capitolo ha ben poco.

Salvo giusto qualche rottura della quinta parete di Bugs, un paio di camei dei piccoli Monstars, e giusto alcune battute sul film del ’96: questa è un’avventura completamente nuova. Tanto è vero che il motivo “spaziale” legato alle galassie, all’universo si trasforma più in un qualcosa di digitale, un Digital Jam direi, all’interno del ServerVerso di Warner.

Devo dire tuttavia che gli ingredienti chiave ci sono tutti.

C’è la star del basket che si ritrova nel mondo dei Looney Tunes e deve giocare una partita a pallacanestro per conquistare la libertà dei Tunes.

Ma il film è più lento, per la prima mezz’ora non c’è traccia dei nostri adorati cartoni animati.

Nel primo atto di apertura, ci viene presentato Don Cheadle – come nuovo cattivo Al-G Rhythm e l’eroe LeBron James – una presenza carismatica, ma decisamente non un attore, come lui stesso scherza con autoironia nel film.

Nonostante questo lungo set-up, le motivazioni del cattivo sono più sottili di un coyote appiattito sotto ad un macigno. Al-G sembra essere un algoritmo onnipotente, ma insiste per decidere il destino di tutti, ancora su una partita di basket, per ragioni mai chiarite (forse c’è qualche riferimento con il videogame sviluppato dal figlio di LeBron, ma trovo la scusa al quanto semplicistica).

Quando il marketing conta più della sceneggiatura

Ancora meno ovvio, dal punto di vista narrativo, è il motivo per cui ogni personaggio che sia mai apparso in un film della Warner Bros. deve essere presente nel film. Avere i Looney Tunes all’interno di scene tratte da Mad Max e Austin Powers è, francamente, una scelta sconcertante: poco divertente per gli adulti e incredibilmente confuso per i bambini, per i quali quei personaggi probabilmente saranno anche sconosciuti.

Apro una parentesi, Spielberg fece più o meno la stessa incursione tra le properties Warner solo tre anni fa con Ready Player One (e con molti degli stessi personaggi). Almeno con quel film c’erano solide ragioni per includerli tutti. In questo caso invece mi sembra solo una colossale campagna pubblicitaria di due ore. Cosa diavolo penserebbe Kubrick se vedesse i suoi Drughi di Arancia Meccanica nella stessa scena con Daffy Duck?

Mentre l’originale Space Jam concentrava il suo fascino nell’unire MJ e i suoi amici NBA (tra cui Charles Barkley e Muggsy Bogues) insieme ai Looney Tunes, in New Legends sembra quasi di vivere all’interno di un parco a tema della Warner Bros.

Space Jam: New Legends nel profondo

Uno degli aspetti più positivi del film riguarda l’animazione e gli effetti visivi. La combinazione tra l’affascinante stile 2D e la versione 3D di quando i personaggi sono “aggiornati” è semplicemente unica. Mai visti i Looney Tunes così. Lo stesso King James subisce più trasformazioni visive: prima in cartone animato e poi di nuovo a persona reale come se fosse un processo di evoluzione alla ricerca della propria identità come padre e come leader in campo.

Ma il vero nucleo di Space Jam: New Legends sono i valori. Le lezioni sulla concentrazione, il successo e la famiglia sono i temi più profondi che vengono trattati. Il messaggio vero che sta alla base del film, è quello di agire secondo la propria natura, non siamo nati per accontentare gli altri: ognuno è speciale a modo suo, ma soprattutto ognuno riesce a far accadere le cose a modo suo.

Purtroppo nel complesso, nonostante alcune animazioni stupefacenti e personaggi di primo ordine, lo spirito originale del film degli anni’90 non emerge, è molto più nascosto dalla moltitudine di camei aziendali made in Warner. Dopotutto del resto siamo davanti ad una Nuova Legacy (come afferma il titolo della versione originale), che mira a diventare il riferimento in un mondo digitale della nuova generazione.

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