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Il 28 febbraio è arrivato ufficialmente nelle nostre sale “Dune – Parte Due”. Il pluripremiato Denis Villeneuve torna in cabina di regia per questo secondo capitolo della saga, ispirata alla celebre serie di romanzi di “Dune” di Frank Herbert, con un cast ancora più ricco. Ricordiamo che “Dune”, nel 2021, ha vinto ben sei premi Oscar, quindi, le aspettative su questo sequel erano davvero enormi, ma la critica internazionale è rimasta estasiata. E anche noi.

https://www.youtube.com/watch?v=Q9LIrwAFLeA&t=15s&ab_channel=WarnerBros.Italia
LA TRAMA

Paul Atreides, il messia che i Fremen stavano aspettando

Dune – Parte Due” esplora il mitico viaggio di Paul Atreides che si unisce a Chani e ai Fremen sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, Paul intraprende una missione per impedire un terribile futuro che solo lui è in grado di prevedere.

Recensione di Dune - Parte Due
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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 166 min
Regia Denis Villeneuve

 

Cast
Timothée Chalamet: Paul Atreides
Zendaya: Chani
Rebecca Ferguson: Lady Jessica
Austin Butler: Feyd-Rautha Harkonnen
Christopher Walken: Imperatore Shaddam IV

LA RECENSIONE

Una tempesta visiva e narrativa che sfiora la perfezione

Dimenticate tutto quello che avete visto finora. Il primo capitolo, “Dune”, del 2021, era solo un prologo a quello che avremmo visto nella Parte Due che è arrivata nei cinema come una tempesta di sabbia che sfiora la perfezione. Non vi preoccupate perché, a quei pochi che non avessero ancora visto la prima parte, Villeneuve ha pensato di offrire un breve riassunto iniziale per rinfrescarci la memoria, per poi mozzarci letteralmente il fiato con effetti speciali assurdi, esplorazioni narrative al fulmicotone e personaggi nuovi che sono come diamanti innestati in una corona già preziosissima. Ritroviamo, finalmente Paul Atreides (Timothée Chalamet) che ormai è sempre più il profetico messia annunciato dalle streghe, ossia l’eletto che libererà il popolo Fremen, quindi anche la sua amata Chani (Zendaya) e suo padre Stilgar (Javier Bardem) a capò della tribù. La sua anima è spaccata in due, tra caos e calma, tentazione e resilienza, mentre il regista ci porta alla scoperta del pianeta Arrakis, Limbo che sta per esplodere sotto i colpi della casata degli Harkonnen, guidata dal malvagio Barone Vladimir (Stellan Skargard) e dallo psicopatico Feyd-Rautha, fratello di Glossu Rabban (Dave Baustista), detto “la Bestia” e nipote del Barone. In questo contesto, s’inseriscono alla perfezione da Christopher Walken nei panni del magnetico Shaddam IV, imperatore della Galassia appartenente alla casa Corinno; Florence Plugh in quelli della principessa Irulan Corrino, futura sposa di Paul Atreides e Lea Seydoux, misteriosa Lady Margot Fenring, moglie del conte Hasimir Fenring. Ma sui loro ruoli preferiamo non darvi nessuno spoiler! Last but not least, ritroviamo anche Lady Jessica, interpretata da Rebecca Ferguson: Bene Gesserit e madre di Paul; Gurney Halleck, interpretato da Josh Brolin, guerriero della Casa Atreides e mentore di Paul e Gaius Helen Mohiam (Charlotte Rampling), reverenda madre Bene Gesserit.

Dune - Parte Due

166 minuti di pura estasi visiva

Attorno a questi straordinari personaggi, Villeneuve costruisce 166 minuti di pura estasi visiva, con la fotografia rossastra da Oscar di Greig Fraser, gli effetti speciali unici firmati da Gerd Nefzer e Paul Lambert, che ci trascinano con forza tra ornitotteri, vermi del deserto, battaglie epiche e scontri corpo a corpo perfettamente coreografati emotivamente strepitosi e le musiche del maestro Hans Zimmer. Il montaggio di Joe Walker è un mosaico di azione, pathos e fotogrammi che resteranno sicuramente nella storia dei film di fantascienza così come le scenografie di Patrice Vermette e i costumi di Jaqueline West.

IN CONCLUSIONE

La sceneggiatura scritta da Villeneuve con Jon Spaihts da più spazio ai personaggi comprimari come Chani e Feyd-Rautha, entrando nella loro psicologia e non mettendoli in ombra rispetto a Paul, ma anzi facendo quasi da “ponte” alle sue azioni, bilanciando alla perfezione le fasi narrative, d’introspezione e quelle di battaglia, in un crescendo al cardiopalma fino alla sbalorditiva scena finale. Profezie, conflitti interiori o con padri e madri, senso del riscatto, della giustizia, riflessioni sul libero arbitrio, sulla dittatura, sono concetti che tornano e si amplificano in questa seconda pellicola sperando in un terzo capitolo che, probabilmente, avrà bisogno di molti anni per vedere la luce e per superare il suo predecessore.

Il voto di Cinefily

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