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Anche per noi italiani, finalmente, l’attesa è finita. Dal 23 agosto è sbarcato nei nostri cinema “Oppenheimer”, il dramma biografico firmato Christopher Nolan che racconta la vita del fisico statunitense Robert Oppenheimer, denominato (suo malgrado?) “Padre della bomba atomica”. La pellicola è basata sul libro “Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato”(“American Prometheus”), scritto da Kai Bird e Martin J. Sherwin e il protagonista maschile è il grandissimo Cillian Murphy, coadiuvato da un cast di sole stelle formato da Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Kenneth Branagh, Josh Hartnett, Rami Malek, Tom Conti e Gary Oldman. Siete pronti a fare un salto mozzafiato e senza precedenti in una delle pagine più buie della storia mondiale e nella mente di uno dei suoi protagonisti più controversi?

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LA TRAMA

Nolan parte dal 1926, quando il giovane J. Robert Oppenheimer studia all’Università di Cambridge con il fisico Patrick Blankett (James D’Arcy), col quale però i rapporti non sono idilliaci.

Consigliato dallo scienziato Niels Bohr (Kenneth Branagh) e dal fisico Werner Heisenberg (Matthias Schweighofer), Oppenheimer completa il dottorato di ricerca in Germania e vola negli Stati Uniti per le sue ricerche sulla fisica quantistica. Qui incontra la sua futura moglie “Kitty” Puening (Emily Blunt), biologa ed ex comunista e inizia la sua attività d’insegnamento all’Università della California. Nel 1942, il Generale Leslie Groves (Matt Damon) lo assolda per guidare il Progetto Manhattan, con lo scopo di creare una bomba atomica e intimidire la Germania nazista che intanto progrediva nelle ricerche sulla fissione nucleare. Oppenheimer inizia a lavorarci con Heisenberg, Edward Teller (Benny Safdie), Isidor Isaac Rabi (David Dastmalchian), Enrico Fermi (Danny Deferrari) e David Hill (Rami Malek) a Los Alamos. Da quel momento inizia il suo viaggio infernale tra voglia di sperimentare il progresso e vedere gli effetti della sua invenzione, crisi morali e personali che esploderanno quando il Trinity Test, voluto dal Presidente Harry S. Truman (Gary Oldman), avrà successo e sarà ordinato il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki per porre fine alla Seconda guerra mondiale. Il “Padre della bomba atomica” aveva ormai innescato la miccia che poteva distruggere il mondo, proprio come gli aveva detto Albert Einstein (Tom Conti).

Recensione di Oppenheimer
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 180 min
Regia Christopher Nolan

 

Cast
Cillian Murphy: Robert Oppenheimer
Emily Blunt: Katherine “Kitty” Oppenheimer
Matt Damon: Leslie Groves
Robert Downey Jr.: Lewis Strauss
Florence Pugh: Jean Tatlock
Josh Hartnett: Ernest Lawrence
Casey Affleck: Boris Pash
Rami Malek: David Hill
Kenneth Branagh: Niels Bohr

LA RECENSIONE

Un’esperienza immersiva sui concetti di progresso senza scrupoli, caos politico e crisi esistenziali

“Oppenheimer” di Nolan non è solo un film, è un’esperienza immersiva a 360 gradi che ci cattura dall’inizio alla fine e che ci tiene col fiato sospeso per 180 minuti. Lo abbiamo aspettato tanto (ma evitiamo la polemica sul mese di ritardo della distribuzione italiana) e alla fine le nostre aspettative sono state ampiamente soddisfatte. Nolan è il “regista scienziato” di Hollywood, il visionario maestro del cinema – appassionato di storia e dei concetti (astratti?) di spazio e tempo – che ha firmato capolavori come “Memento”, “Inception”, “Interstellar”, “Tenet” che ci hanno fatto dannare e rivedere più volte i fotogrammi meno chiari. Adesso, però, i suoi “incastri” sono meno complicati, il suo “Cubo di Rubik” ha colori diversi ed è imperniato sui concetti di progresso senza limiti, pericoli mondiali, caos intellettuale e politico, crisi esistenziali e pentimento, miscelati con la sua ormai nota magia registica che non ha assolutamente pari.

Recensione di Oppenheimer

Un uomo travolto dalle sue stesse ambizioni

Tutti questi concetti sono racchiusi nello sguardo emaciato di Oppenheimer, interpretato da un sensazionale Cillian Murphy in odore di Oscar, che parte dall’entusiasmo degli anni giovanili fino a ritrovarsi nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale, quasi trascinato da un tornado di pensieri, teorie, voglia di vedere le sue idee prendere una forma concreta, forse in maniera sconsiderata e inconsapevole, almeno inizialmente. L’impressione è che l’uomo sia stato poi travolto dalle sue stesse ambizioni, che la fantomatica “bomba” gli sia implosa tra le mani, passando dalla creazione all’autodistruzione, fino ad una potenziale e molto probabile “estinzione” di tutto il genere umano. Queste contraddizioni lo intrappoleranno man mano in una spirale oscura, in un imbuto da cui sarà impossibile uscirne indenni, e le vicende personali metteranno il carico da novanta ad una situazione già terrificante. 

Le scene a colori e in bianco e nero

Nolan è straordinario nel dividere il film in scene a colori – che riguardano Oppenheimer (narrate in prima persona), il progetto Manhattan e i test della bomba – e in bianco e nero, che invece sono dedicate alle scene di Lewis Strauss, Capo della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti, interpretato dal fenomenale Robert Downey Jr. (preparategli l’Oscar come Miglior attore non protagonista, adesso o mai più!), che lo “umilierà” pubblicamente più di una volta, denigrandolo anche per i suoi rapporti passati col Partito Comunista. Ingerenze personali e politiche che getteranno ombre terrificanti sul suo conto, danneggiandolo in maniera quasi definitiva. Sensazionale è la scena del dialogo tra Oppenheimer e Einstein, che diventerà un punto chiave per le tesi di Strauss e un’ulteriore ossessione per lo stesso Oppenheimer, che sarà stravolto da visioni angoscianti e dai sensi di colpa che, da un certo punto in poi, non lo abbandoneranno mai. C’è la storia, il sentimento, il tradimento, l’impatto visivo è, come al solito, gigantesco, imponente ed epico. Tutto porta alla riflessione, ci si impaurisce perché è tutto reale nella sua assurdità e potrebbe succedere ancora da un momento all’altro. E’ proprio per questo che lo stesso regista ha più volte detto che il pubblico è uscito dalle sale sconvolto, devastato. Ed è effettivamente così.

Un cast di sole stelle che l’Academy non potrà ignorare

Tutti gli altri attori, stelle indiscusse e per la maggior premi Oscar dal talento indiscutibile, sono tutti fondamentali alla narrazione, anche quando fanno piccoli camei. Emily Blunt, Gary Oldman, Rami Malek, Florence Pugh, Tom Conti, Matt Damon, Josh Hartnett, sono pezzi dello stesso mosaico autoriale nato nella mente di Nolan e portato sulla scena in maniera magistrale grazia alla fotografia di Hoyte van Hoytema (altro Oscar, per favore), dal montaggio al di fuori dal comune di Jennifer Lame, dagli effetti speciali di Andrew Jackson, Giacomo Mineo e Scott R. Fisher – fantastici nel rendere così veritiere le esplosioni della bomba, non ricorrendo alla CGI per volere dello stesso regista. E poi è impossibile non menzionare la straordinaria colonna sonora del maestro Ludwig Gorans, i costumi di Ellen Mirojnick e il trucco di Christy Falco, che ha letteralmente trasformato gli attori nei personaggi storici che dovevano rappresentare in maniera impeccabile e credibilissima. Insomma, l’Academy dovrebbe già preparare almeno 7/8 statuette e non fare scherzi, perché ci troviamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro del cinema che sarà ricordato per sempre.

Il voto di Cinefily

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