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Dal 17 novembre è nelle sale “Diabolik 2 – Ginko all’attacco!”, secondo capitolo diretto dai Manetti Bros. Il primo, “Diabolik”, è uscito nel 2021 ed è stato candidato a 11 David di Donatello e 8 Nastri d’argento, con due vittorie nelle categorie Migliore canzone originale a Manuel Agnelli per il brano “La profondità degli abissi”. La pellicola, con protagonista il bel Giacomo Gianniotti – che sostituisce Luca Marinelli – è l’adattamento cinematografico del 16esimo albo dell’omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani, del 1964 ed è un regalo che tutti i fan del personaggio stavano aspettando con ansia.

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LA TRAMA

Secondo capitolo per la "saga" dei Manetti Bros. su Diabolik

Un piano apparentemente perfetto per Diabolik (Giacomo Gianniotti) ed Eva Kant (Miriam Leone). Ma non sanno che dietro questo colpo si nasconde una trappola dell’astuto ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), che mette a dura prova il loro legame. Tradita dal Re del Terrore, Eva decide di vendicarsi, proponendo all’ispettore di collaborare alla cattura di Diabolik. Una decisione difficile per Ginko che deve anche affrontare l’arrivo di Altea (Monica Bellucci), duchessa di Vallenberg.

recensione di diabolik - Ginko all'attacco!
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INFO & CAST
Anno 2022
Durata 111 min
Regia Manetti Bros.

 

Cast
Giacomo Gianniotti: Diabolik
Miriam Leone: Eva Kant
Valerio Mastandrea: Ispettore Ginko
Monica Bellucci: Altea di Vallemberg
Alessio Lapice: agente Roller

LA RECENSIONE

Giacomo Gianniotti stupisce e Miriam Leone magnetizza tutto e tutti

Marco e Antonio Manetti, con questo secondo capitolo dedicato alle avventure del celebre ladro, si sono un tantino evoluti rispetto al primo capitolo, anche se persistono ancora delle crepe che sembra impossibile sanare. L’abbandono di Luca Marinelli a favore dell’aitante Giacomo Gianniotti, attore italo-canadese dallo sguardo di ghiaccio, reso celebre in USA dal ruolo del Dottor Andrew DeLuca di “Grey’s Anatomy”, ha dato una sferzata di freschezza. La sua performance incuriosisce e convince, ci cattura dall’inizio alla fine grazie alla trama più avvincente e anche all’aiuto della sua splendida comprimaria, Miriam Leone, nei panni di una sempre più magnetica Eva Kant, questa volta ancora più glamour, più protagonista e tremendamente affascinante. Curando di più anche la sceneggiatura – scritta dai Manetti con Michelangelo La Neve – Ginko di Mastandrea risulta il personaggio più completo e aderente ai fumetti, offuscando anche Diabolik, e la sua alchimia con la bella Altea – interpretata dall’algida e sfolgorante Monica Bellucci – da un po’ di pepe a quella che sarebbe una storia forse troppo statica e didascalica. Curatissmi sono i costumi di Ginevra De Carolis, la fotografia di Angelo Sorrentino, le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi – che hanno inserito anche il bellissimo brano “Se mi vuoi”, di Diodato e gli effetti speciali di Simone Silvestri.

IN CONCLUSIONE

Cosa c’è che non va?

Cosa c’è allora che non va? Beh, proprio come nel primo film, sembra quasi di assistere ad uno spettacolo teatrale messo su in maniera impeccabile, piuttosto che ad un film. La recitazione in alcuni punti risultata troppo forzata e ricorda alcuni film degli anni ’80, dove si indugiava sui primi piani e sui cambi di sequenza troppo statici. Nei 111 minuti di durata sembra che i Manetti volessero lasciarsi andare, dare finalmente la loro inconfondibile impronta a questo secondo film, inserendo più scene d’azione (anche alla 007) per le strade dell’immaginaria Clerville, con gli inseguimenti della polizia, riprese con i droni veramente ben fatte, ma alla fine poi il loro freno a mano non viene mai lasciato del tutto. Vendetta, tradimento, perdono, amore, amicizia sono tutte tematiche che non vengono sviluppate come si dovrebbe, lasciando più spazio alla caratterizzazione dei personaggi, il che è un rischio, un bene e un male in questo tipo di film basati su fumetti famosi. Forse cambieranno ancora rotta nel terzo film, visto che più volte i registi hanno asserito che la loro opera su Diabolik sarà composta da tre pellicole. Nel frattempo, li “rimandiamo”, in attesa di qualcosa di veramente originale, che sappia mescolare alla perfezione atmosfere retrò e moderne, dato che ne sono capacissimi. 

Il voto di Cinefily

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