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Il premio Oscar Russell Crowe è stato ospite alla Festa del Cinema di Roma per presentare il suo secondo film da regista, “Poker Face”, di cui è anche protagonista e sceneggiatore. Ad otto anni di distanza da “Water Diviner”, che segna il suo esordio dietro la macchina da presa, Crowe torna sulle scene con questo gambling movie in cui interpreta il ruolo di un ricco giocatore d’azzardo che scopre di essere gravemente malato. A quel punto, coinvolgerà alcuni suoi amici in un’ultima partita a poker, fornendogli un’ingente somma di denaro. Ma il suo scopo è un altro: tramite un losco e inventivo stratagemma, vuole carpire da loro verità nascoste sul suo conto. Nel cast ci sono Liam Hemsworth, RZA, Elsa Pataky, Jaqueline McKenzie, Matt Nable, K Callan, Lynn Gilmartin, Danile MacPherson, Benedict Hardie, Paul Tassone e Dan Matteucci. La pellicola sarà nei nostri cinema a partire dal prossimo 24 novembre.

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LA TRAMA

Poker Face, il film di Russell Crowe è un mix di generi indefinito e fuorviante

Jake Foley (Russell Crowe) è un giocatore d’azzardo di 57 anni, ricchissimo. La sua fortuna è il poker e il software che ha generato per giocarci. Un giorno, a Foley viene diagnosticato un cancro al pancreas in fase terminale così, abbagliato dalla cattiva notizia, si rivolge ad un santone che gli consegna un misterioso siero della verità. A cosa serve? Foley vuole organizzare un’ultima notte di gioco, in un mega villone a picco sul mare, riunendo tutti i suoi più cari amici e costringerli, grazie al potente siero, a dire tutte le verità scomode che gli hanno sempre tenuto nascosto. Proprio mentre il suo piano sta per arrivare all’epilogo, ecco che in casa irrompono dei criminali a complicare in maniera irreversibile la situazione.

Poker Face, il film di Russell Crowe è un mix di generi indefinito e fuorviante
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LA RECENSIONE

Poker Face: dal gambling all'home invasion

É strano che Russell Crowe, premio Oscar di navigata esperienza, possa ancora mixare in maniera scorretta vari generi e farne un’accozzaglia indefinita che poi non sappiamo come interpretare. In quasi due ore si passa dal drama all’action.thriller, dal gambling all’home invasion senza un vero filo conduttore. Dal titolo e dalla prima mezz’oretta, il tema del gioco d’azzardo e di come questo abbia fatto la fortuna di Foley sembra offrire una linea concreta da seguire. Ma da quando entra in scena il santone, ecco che tutto vira verso il surreale, il dramma personale, fino all’invasione improvvisa di una banda di criminali capitanata da Victor (Paul Tassone), vecchio amico di Foley con dei conti in sospeso decennali e con una propensione a centrare le tempistiche da fare invidia all’FBI.

IN CONCLUSIONE

I problemi di produzione e il tema del gambling usato male

É strano che Russell Crowe, premio Oscar di navigata esperienza, possa ancora mixare in maniera scorretta vari generi e farne un’accozzaglia indefinita che poi non sappiamo come interpretare. In quasi due ore si passa dal drama all’action.thriller, dal gambling all’home invasion senza un vero filo conduttore. Dal titolo e dalla prima mezz’oretta, il tema del gioco d’azzardo e di come questo abbia fatto la fortuna di Foley sembra offrire una linea concreta da seguire. Ma da quando entra in scena il santone, ecco che tutto vira verso il surreale, il dramma personale, fino all’invasione improvvisa di una banda di criminali capitanata da Victor (Paul Tassone), vecchio amico di Foley con dei conti in sospeso decennali e con una propensione a centrare le tempistiche da fare invidia all’FBI.

Il voto di Cinefily

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