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Francesca Archibugi torna sul grande schermo con “Il Colibrì”, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e scelto come film d’apertura della Festa del Cinema di Roma in programma dal 13 al 23 ottobre. La pellicola è l’adattamento per il grande schermo del romanzo di Sandro Veronesi, pubblicato nel 2019 e vincitore del Premio Strega. I protagonisti sono Pierfrancesco Favino, Nanni Moretti, Kasia Smutniak, Berenice Bejo e Laura Morante. Il film è nelle sale dal 14 ottobre.

https://www.youtube.com/watch?v=YAwAStOsU0M
LA TRAMA

Il Colibrì, storia di un’immobilità che si risolve quando ormai è troppo tardi

È il racconto della vita di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino), “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. 

 

Il Colibrì: recensione del film con Pierfrancesco Favino
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INFO & CAST
Anno 2022
Durata 126 min
Regia Francesca Archibugi

 

Cast
Pierfrancesco Favino: Marco Carrera
Kasia Smutniak: Marina Molitor
Bérénice Bejo: Luisa Lattes
Laura Morante: Letizia Carrera
Sergio Albelli: Probo Carrera
Alessandro Tedeschi: Giacomo Carrera
Benedetta Porcaroli: Adele Carrera
Massimo Ceccherini: Duccio Chilleri

LA RECENSIONE

La vita di Marco Carrera sulle montagne russe

Per coloro che non avessero letto il libro di Veronesi, Marco/Favino è chiamato “Il Colibrì” fin da piccolo per una sorta di squilibrio di cui soffriva che non gli permetteva di crescere in maniera adeguata alla sua età. Col tempo, però, il problema si è man mano risolto anche se il nomignolo gli resterà a vita. Detto ciò, la Archibugi si è presa una bella briga quando ha deciso di portare sul grande schermo l’intera storia di Marco Carrera, piena di flashback e flashforward, ricordi, aneddoti, flussi di coscienza e della memoria che s’incastrano e partono dagli anni ’70, quando inizia il suo amore per la bella Luisa Lattes (Bérénice Bejo) che, a differenza di quello che vivrà con la Marina (Kasia Smutniak), sarà sempre vivo nel suo cuore. La vita di Marco scorre come sulle montagne russe (fino al 2030!), con altissimi e bassissimi, sempre “aiutato” dallo psicanalista Daniele Carradori (Nanni Moretti), una sorta di Grillo Parlante pronto ad aiutarlo nei momenti di distacco o crisi totale.

Il Colibrì: recensione del film con Pierfrancesco Favino

Un atto di liberazione consapevole che arriva troppo in ritardo

Alla base del romanzo e del film c’è la complessità dell’intreccio, del plot che si adatta al decennio trattato, dei cambi di rotta improvvisi, dalla telefonata iniziale (ricordatela!), alla dualità dell’amore di Marco fino alle estenuanti reunion tra familiari. Tutto sembra porre degli ostacoli sul sentiero dell’appagamento, della serenità del protagonista – col quale ci si può immedesimare per mille aspetti – e saranno proprio alcuni suoi familiari a “trattenerlo” per la camicia, come zavorre, ma solo uno di loro gli offrirà la possibilità di uscire da quell’immobilità, dalle sabbie mobili in cui versa da sempre. Le emozioni represse, le tragedie familiari e personali (suicidi, incidenti tradimenti), destini che non s’incontrano, tutto trova una liberazione alla fine (che non vi spoileriamo se non avete letto il libro) con un atto estremo, consapevole ma quando forse è troppo tardi.

IN CONCLUSIONE

L’epilogo sulle note del brano inedito di Endrigo, cantato da Marco Mengoni

Nel cast, oltre agli attori già citati, ci sono anche Laura Morante e Sergio Albelli, nei panni dei genitori di Marco mentre nel ruolo della sorella Irene c’è la bravissima Fotinì Peluso, invece la parte del fratello Giacomo è interpretata da Alessandro Tedeschi. Benedetta Porcaroli è Adele, la figlia di Marco Carrera mentre Duccio Chilleri è Massimo Ceccherini. Il ruolo chiave di Miraijin, la nipote di Marco, è interpretato da Rausy Giangarè. Tutti bravissimi perché chiamati ad interpretare uno script un tantino troppo didascalico (la sceneggiatura è stata scritta dalla regista con Laura Paolucci e Francesco Piccolo) e complesso anche se le vere sfide sono state affrontate da Esmeralda Calabria, alla quale è stato affidato il montaggio e da Luca Bigazzi, autore della fotografia. Le scenografie sono di Alessandro Vannucci mentre i costumi sono creazioni di Lina Nerli Taviani. La colonna sonora è stata affidata a Battista Lena e, fate attenzione, perché l’epoca in cui si svolge il finale ha come sottofondo “Caro amore lontanissimo”, canzone inedita di Sergio Endrigo e Riccardo Sinigallia, interpretata da Marco Mengoni.

Il voto di Cinefily

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