Skip to main content

A quasi un mese da Halloween arriva nei cinema “Smile”, horror psicologico scritto e diretto dal regista esordiente Parker Finn, che realizza il suo sogno di adattare per il grande schermo il suo corto “Laura Hasn’t Sleep”. Finn ha scelto come protagonista Sosie Bacon – figlia del famoso Kevin - che nel film è la dottoressa Rose Cotter che, dopo aver assistito al suicidio di una sua paziente, inizia ad essere tormentata da quell’immagine e a vedere presenze inquietanti che le renderanno la vita impossibile. Nel cast ci sono anche Kyle Gallner, Caitlin Stasey, Robin Weigert, Jessie T. Usher, Dora Kiss, Sara Kapner, Matthew Lamb, Jerry Lobrow, Scot Teller, Setty Brosevelt e Jack Sochet. “Smile” è nelle nostre sale a partire dal 29 settembre.

https://www.youtube.com/watch?v=n0Dqu5qxiu4
LA TRAMA

Un sorriso che nasconde un'agghiacciante realtà

Dopo aver assistito a un bizzarro incidente traumatico che ha coinvolto una sua paziente, la dottoressa Rose Cotter (Sosie Bacon) inizia a vivere eventi spaventosi che non riesce a spiegare. Quando un terrore travolgente inizia a prendere il sopravvento sulla sua vita, Rose deve affrontare il suo passato inquietante per sopravvivere e sfuggire ad una nuova e agghiacciante realtà.

Recensione di Smile, l’horror psicologico di Parker Finn
GUARDA IN STREAMING
INFO & CAST
Anno 2022
Durata 115 min
Regia Parker Finn

 

Cast

Sosie Bacon
Jessie T. Usher
Kyle Gallner
Caitlin Stasey
Kal Penn
Rob Morgan

LA RECENSIONE

“Smile”, l’horror psicologico di Parker Finn parte bene ma si perde nei soliti cliché

Diciamolo subito, l’esordio di Parker Finn sul grande schermo è il classico horror che parte bene ma poi s’incarta pericolosamente su se stesso. Il tema della maledizione – visto in altre pellicole di successo come “The Ring”, “Hereditary” e “It Follows”, tanto per fare qualche nome – misto a quello della potenziale malattia mentale sono stati trattati in mille modi e Finn lo sa benissimo. Nel suo “Smile”, l’horror inizia quando la paziente si suicida in modo orribile davanti agli occhi della terapeuta (già tormentata da un trauma infantile dovuto alla morte di sua madre) ma col sorriso stampato in faccia. Questa antitesi è originale e mai vista finora al cinema, ma durante le due ore di durata (un tantino troppe) non viene assolutamente sviluppata. Anche le ossessioni paranoiche, la discesa nell’inferno interiore della protagonista, il suo progressivo isolamento sono solo accennati, pur potendo contare sull’ottima performance di Sosie Bacon. 

IN CONCLUSIONE

Tanta carne al fuoco che ha bisogno di un sequel

C’è da dire che, oltre alla bravura della protagonista, il regista si è circondato di un team tecnico di eccezionale valore tra cui spiccano il direttore della fotografia Charlie Sarroff, il montatore Elliot Greenberg, il maestro Cristobal Tapia de Veer – che ha curato le musiche – e i circa 30 addetti agli effetti speciali che hanno sopperito ad alcune lacune dello script. La parabola discendente di Rose Cotter e i suoi incubi ad occhi aperti sono terrificanti e ci spiazzano grazie al loro lavoro sopraffino ed esperto. Forse il problema, però, parte proprio da qui. Come dicevamo all’inizio, Finn cerca di mettere su un horror psicologico, mentale, spirituale, ma dopo circa 40 minuti, la pellicola si perde nei soliti cliché, afflitta da tremila salti sulla poltrona alquanto scontati, anche se tecnicamente impeccabili, portandoci verso un finale aperto a cui si arriva a fatica. “Smile”, quindi, è un buon prodotto ma c’è tantissima carne al fuoco non sfruttata a dovere ma che, probabilmente, lo sarà in un sequel che potrebbe essere meglio di questo primo capitolo.

Il voto di Cinefily

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!