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Dal 5 luglio è sbarcato nei nostri cinema “Insidious: La Porta Rossa”, quinto e ultimo capitolo dell’angosciante saga horror popolare iniziata nel 2010 e andata avanti per 13 anni sempre con successo. Stavolta, il bravissimo Patrick Wilson non è solo il protagonista ma esordisce anche come regista e, vi anticipiamo, che la prova è stata superata con successo. La pellicola è prodotta dalla Blumhouse Pictures del Re Mida Jason Blum, in cooperazione con l’altro genio dell’horror, Oren Peli e la coppia formata da James Wan e Leigh Wannell. Siete pronti al viaggio finale nell’Altrove?

https://www.youtube.com/watch?v=6_D6J_NrsEw&ab_channel=SonyPicturesItalia
LA TRAMA

In “Insidious: La Porta Rossa”, il cast originario del franchise horror si riunisce nell’ultimo capitolo della terrificante saga della famiglia Lambert.

Per mettere a tacere i loro demoni una volta per tutte, Josh (Patrick Wilson) e Dalton (Ty Simpkins), ormai in età da college, devono spingersi nell’“Altrove” più a fondo di quanto non abbiano mai fatto, affrontando l’oscuro passato della loro famiglia e una serie di nuovi e più spaventosi terrori che si nascondono dietro la porta rossa.

Recensione di Insidious – La Porta Rossa
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 107 min
Regia Patrick Wilson

 

Cast
Patrick Wilson: Josh Lambert
Rose Byrne: Renai Lambert
Ty Simpkins: Dalton Lambert
Andrew Astor: Foster Lambert

LA RECENSIONE

Insidious – La Porta Rossa, il capitolo finale mette fine agli incubi dell’Altrove e premia la regia di Patrick Wilson

La saga di “Insidious” è stata sempre un successo commerciale, anche se tutti i capitoli sono costati pochissimo. Il merito è da attribuire alle storie sempre avvincenti, alla regia perfetta e all’ottima alchimia del cast. Stavolta, Patrick Wilson, protagonista del primo e del secondo capitolo nei panni di Josh Lambert, è anche il regista e finalmente riusciamo a vedere cosa è successo a lui e al figlio Dalton (Ty Simpkins) dopo che nei capitoli precedenti si erano sottoposti all’ipnosi per dimenticare tutte le esperienze angoscianti vissute nell’Altrove, ponte verso il mondo dei demoni. Purtroppo, il passato ritorna e anche se Dalton è al college, col padre dovrà varcare di nuovo la Porta Rossa per mettere un punto definitivo al terrore. Non vi aspettate grandi “scossoni” registici e narrativi. Wilson mantiene il fil rouge dei primi due film, con la regia che indugia sui primi piani, facendosi strada con la telecamera al buio e limitando i “salti dalla sedia” al minimo indispensabile. Il merito è anche della sceneggiatura di Scott Teems che mette in prima linea il rapporto e gli scontri tra padre e figlio. Wilson è comunque promosso, senza strafare arriva al suo traguardo dignitosamente e piacevolmente.

IN CONCLUSIONE

Il rapporto tra padre e figlio e la chiusura del cerchio

La componente horror c’è sempre, come gli inquietanti incubi, le visioni nel buio e i mostri infuocati e deturpati, con altrettanti graditi “ritorni”, ma i due protagonisti principali, alla fine, nell’Altrove ci resteranno per poco tempo, per combattere in maniera definitiva i loro incubi, in una storia messa in stand by e che riprende dopo i capitoli 3 e 4 che sono dei prequel. Ora bisognava chiudere il cerchio con un finale che non rompesse la linea narrativa iniziale e che, al tempo stesso, fornisse agli affezionati un prodotto che completasse il puzzle del 2010, anche se questo significava sacrificare qualche “licenza registica” che comunque Wilson si prende, ma non vogliamo anticiparvi troppo. Possiamo, quindi, definire “La Porta Rossa” un capitolo finale senza infamia e senza lode? No, sinceramente sono più le lodi e uscendo dal cinema si ha la bella sensazione di aver assistito alla degna conclusione (salvo l’uscita di qualche inutile spin-off) di qualcosa lasciato in sospeso da troppo tempo e che volevamo assolutamente vedere.

Il voto di Cinefily

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