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Steven Caple Jr. è il regista di questo settimo capitolo, sequel del blockbuster “Bumblebee”(2018) e prequel del primo “Transformers”(2007). La sceneggiatura di questo attesissimo film è stata scritta da Joby Harold, Darnell Metayer, Josh Peters, Erich Hoeber e Jon Hoeber e i protagonisti sono Anthony Ramos, Dominique Fishback, Lauren Vélez e Tobe Nwigwe. Il titolo originale della pellicola è “Transformers: Rise of the Beasts” e rende di più l’idea della trama, dato che l’intero progetto è basato sulle vicende raccontate nella serie tv d’animazione “Biocombat”(“Beast Wars”), andata in onda anche in Italia tra il 1997 e il 2000 su Italia 1. Il film, infatti, ci riporta al 1994, quando un esperto di elettronica ed ex militare e un’apprendista archeologa di Brooklyn entrano in un antico conflitto attraverso un’avventura in giro per il mondo che si lega a tre fazioni di Transformers: i Maximal, i Predacon e i Terrorcon. Il risultato è spettacolare.

https://www.youtube.com/watch?v=jNzrTs4r2hI&t=1s&ab_channel=EaglePictures
LA TRAMA

Il mondo è in continua trasformazione e ora qualcosa si è risvegliato

Nel prologo iniziale, il potente Unicron spazza via il pianeta dei Maximal, animali robot e, con il suo scagnozzo Scourge, leader dei Terrorcons, cerca d’impadronirsi della leggendaria chiave di Transwarp. L’oggetto potrebbe permettergli di conquistare l’Universo intero ma i Maximal superstiti glielo impediscono e si rifugiano sulla Terra. Siamo catapultati, quindi, al 1994. A Brooklyn, il giovane Noah Diaz (Anthony Ramos), ex militare ed esperto di elettronica, con madre e fratello malato a carico, non riesce a trovare lavoro mentre l’apprendista archeologa Elena Wallace (Dominique Fishback) non trove pace nel museo dove si trovare come stagista. È proprio lei, un giorno, a ritrovare un pezzo dell’antica Transwarp, mentre Noah, nel tentativo di rubare un’auto, s’imbatte nell’Autobot Mirage che, con Optimus Prime, chiamerà a raccolta tutti gli altri “colleghi” per decidere le sorti del Pianeta combattendo con i Maximal, Predacons e i Terrorcons.

Recensione di Transformers: Il Risveglio
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 127 min
Regia Steven Caple Jr.

 

Cast
Anthony Ramos: Noah Diaz
Dominique Fishback: Elena Wallace
Lauren Vélez: signora Diaz
Tobe Nwigwe: Reek

LA RECENSIONE

Un “risveglio” che ha fatto più che bene al franchise

Steven Caple Jr. ha ereditato il giocattolone “Transformers” da Michael Bay, mescolando le “abilità” registiche del visionario regista con quelle di Travis Knight, director di “Bumblebee”. E’ riuscito a dare comunque una sua impronta personale, riportandoci nell’atmosfera degli anni ’90 che tanto mancava al franchise, senza però snaturare il principio fondamentale della saga: offrire immagini e scontri spettacolari. Ottima l’idea di porsi come prequel del primo capitolo perché – grazie alla bravura del team di sceneggiatori – il plot risulta più fluido e meno complicato dei precedenti, diventando addirittura più intimo, “umano” e familiare, anche se non tutte le storie sono approfondite nel modo giusto, però, diamogli tempo! D’altronde, già sappiamo che si tratta dell’inizio di una nuova trilogia e questo “risveglio” non ha fatto altro che giovare all’intero franchise.

Recensione di Transformers: Il Risveglio

Robot più “umani” e colonna sonora hip-hop da urlo

Con un budget a disposizione di più di 200 milioni di dollari (tra i produttori ci sono anche Michael Bay e Steven Spielberg), il regista passa da Brooklyn al Perù, offrendo acrobazie, trasformazioni e combattimenti meno confusi, rendendo anche i robot più “umani”, incorniciando il tutto con una colonna sonora hip-hop anni ‘90 (curata da Jongnic Bontemps) da urlo. I personaggi più riusciti sono Mirage, Optimus Primal, Airazor (doppiato in originale dal premio Oscar Michelle Yeoh) e lo stesso cattivone Unicron che daranno vita ad un merchandising che andrà, come al solito, a ruba. L’unico difetto, come accennato poco fa, è il poco approfondimento delle storie dei protagonisti umani (Noah e Elena) e il modo repentino con cui si arriva improvvisamente al classico scontro finale che, seppur rispettando gli stereotipi degli altri capitoli, offre immagini davvero impressionanti.

IN CONCLUSIONE

Occhio alla scena post credit!

Gli effetti visivi sono stati affidati alla Moving Picture Company e Weta FX e non alla Industrial Light and Magic, che aveva curato tutti i capitoli precedenti, ma stavolta a fare la differenza sono la fotografia di Enrique Chediak, il montaggio al limite del surreale di William Goldenberg, Stuart Levy, Brett M. Reed e Joel Negron e le scenografie di Patrick Tatopoulos, davvero mozzafiato. Ovviamente, non vi azzardate ad uscire dal cinema perché la scena post credit, stavolta, vi farà mettere le mani tra i capelli!

Il voto di Cinefily

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