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Dopo la tappa in Concorso a Venezia 79, finalmente arriva nelle nostre sale “The Whale”, il nuovo dramma psicologico del grande Darren Aronofsky con protagonista il fenomenale Brendan Fraser. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale, del 2012, scritta da Samuel D. Hunter, autore anche della sceneggiatura del film. Fraser è Charlie, un’insegnante d’inglese che soffre di obesità grave e che dovrà confrontarsi con vari problemi legati anche ad un amore mai rivelato e col difficile rapporto con la figlia. Il film è stato candidato a tre Oscar e vale assolutamente la pena vederlo.

https://www.youtube.com/watch?v=C5f7TPTqdnM
LA TRAMA

Charlie (Brendan Fraser) è un professore universitario d’inglese che pesa più di 250 chili.

Vive praticamente recluso in casa, da solo, e anche le sue lezioni di scrittura le tiene con la webcam spenta per non mostrare il suo aspetto agli studenti. L’unica ad assisterlo è Liz (Hong Chau), infermiera e amica che vorrebbe portarlo in una clinica ma Charlie si rifiuta asserendo che non avrebbe i soldi per pagare le cure. E’ inutile anche l’intervento di Thomas (Ty Simpkins), un missionario della New Life Church che vuole che l’uomo non butti via la sua vita. Charlie vorrebbe anche recuperare il rapporto con la figlia Ellie (Sadie Sink), che non vede da otto anni, ma nel frattempo, oltre alle condizioni di salute sempre più critiche, l’uomo è attanagliato da ricordi dolorosi e indelebili che quando riaffiorano, fanno davvero malissimo. 

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INFO & CAST
Anno 2022
Durata 117 min
Regia Darren Aronofsky

 

Cast
Brendan Fraser: Charlie
Sadie Sink: Ellie
Jacey Sink: Ellie da bambina
Ty Simpkins: Thomas
Hong Chau: Liz

LA RECENSIONE

Un dramma interiore ed esteriore

Come in altri film di Darren Aronofsky (vedi “The Wrestler”), anche in “The Whale” il personaggio principale è costantemente vessato e turbato dal proprio passato che si presenta quasi come una croce pesantissima da portare sulle spalle per sempre. Attraverso la storia di Charlie (interpretato da uno straordinario Brendan Fraser assolutamente da Oscar) e il suo dramma interiore ed esteriore, il regista ci fa riflettere sui sensi di colpa, sulle relazioni padre/figlia/moglie, sull’incomunicabilità, sulla solitudine, sui rimpianti, sulle conseguenze di scelte sbagliate, sulla religione e sulla morte. La vita di Charlie ci viene mostrata solo attraverso i suoi pochissimi incontri che si tengono in una sola location, la sua casa, gabbia cupa e buia che lo protegge e lo tiene prigioniero allo stesso tempo. Fraser è fenomenale nel mostrare la sofferenza e i disagi di Charlie anche solo con gli occhi, ora dolci e stanchi e poi pieni di rabbia e scontrosi (soprattutto verso il finale). Il regista lo tratta senza patetismi, lascia che sia la sua storia a parlare, a condannarlo o a salvarlo, ma senza mai giudicarlo.

Recensione di The Whale

La metafora di “Moby Dick”

C’è molta sofferenza in “The Whale” ma anche molta poetica. Charlie usa le tesine dei suoi studenti e l’amore enorme per il libro “Moby Dick” come metafora della propria condizione, come ricerca di quella libertà che ormai ha smesso di cercare e che ha perso per un evento tragico che l’ha fatto sprofondare nella bulimia. Rivelazioni, rapporti irrisolti e segreti sono la cornice di questo dramma che è l’ennesimo capolavoro di un regista che ci ha regalato altre perle come “Requiem for a Dream”(2000), il già citato “The Wrestler”(2008) e “Il cigno nero”(2010). Le sue pellicole sono sempre caratterizzate da un crescendo di tensione fino al climax finale che, anche in questo caso, sarà di grandissimo impatto emotivo e vi farà versare anche qualche lacrima liberatoria.

IN CONCLUSIONE

Un Brendan Fraser da Oscar immediato

Meritatissime le tre candidature agli Oscar – Miglior attore a Brendan Fraser, Miglior attrice non protagonista e Miglior trucco e acconciatura – ma forse ne meritava anche altre come quella al Miglior montaggio, alla Migliore sceneggiatura e alla Migliore colonna sonora, realizzata da Rob Simonsen, semplicemente meravigliosa. Staremo a vedere se almeno Fraser riuscirà a portare a casa l’ambita statuetta perché noi facciamo decisamente il tifo per lui.

Il voto di Cinefily

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