Skip to main content

Massimo Venier è il regista “Il Grande Giorno”, film che vede il ritorno in sala del famoso trio composto da Aldo, Giovanni e Giacomo. Venier li ha già diretti nella commedia “Odio l’estate” ma anche (co-diretti) nei loro cult “Tre uomini e una gamba”(1997), “Così e la vita”(1998), “Chiedimi se sono felice”(2000), “La leggenda di Al, John e Jack”(2002) e “Tu la conosci Claudia?”(2004). Anche stavolta si ride a crepapelle grazie ad una storia che prende il via da un matrimonio tra il figlio e la figlia di Giacomo e Giovanni, mandato quasi all’aria dall’irriverenza di Aldo, nuovo compagno dell’ex moglie di Giovanni. Volevate un ritorno col botto? E allora siete stati accontentati.

LA TRAMA

Il Grande Giorno: Aldo, Giovanni e Giacomo ritrovano il vecchio vigore mescolando ironia e malinconia

In una grande villa sul lago di Como tutto è pronto per celebrare il matrimonio di Elio e Caterina (Giovanni Anzaldo e Margherita Mannino). Sarà il giorno più bello della loro vita e anche di quella dei loro genitori, soprattutto dei rispettivi padri, Giacomo e Giovanni. I due si conoscono dai tempi della scuola e hanno condiviso tutto: l’azienda di famiglia – la Segrate Arredi – gli affetti, le vacanze… Il matrimonio dei figli rappresenta il suggello più emozionante alla loro fraterna, indissolubile amicizia. Per questo non hanno badato a spese: tre giorni di festeggiamenti, un Cardinale a celebrare le nozze, vini di pregio, chef stellati… E a dirigere il tutto, un costosissimo maître che si fa chiamare “il Riccardo Muti del catering”. Peccato che insieme a Margherita (Lucia Mascino), l’ex moglie di Giovanni nonché madre della sposa, arrivi al matrimonio anche Aldo, il suo nuovo compagno. Simpatico, espansivo e soprattutto casinista in sommo grado, il nuovo arrivato si abbatte sul matrimonio come un tornado, infilando una serie di gaffes e incidenti esilaranti ma soprattutto costosissimi. Giacomo e Giovanni provano ad arginarlo in tutti i modi, ma sotto i colpi di Aldo si aprono delle crepe da cui affiora un malessere nascosto, destinato a mettere in discussione l’amicizia tra Giovanni e Giacomo, i loro matrimoni e non solo. E che costringerà tutti a fare i conti con i propri dubbi e con il coraggio che ci vuole per concedersi la felicità.

Recensione di Il Grande Giorno di Aldo, Giovanni e Giacomo
GUARDA IN STREAMING
INFO & CAST
Anno 2022
Durata 90 min
Regia Massimo Venier

 

Cast
Aldo Baglio: Aldo
Giovanni Storti: Giovanni
Giacomo Poretti: Giacomo
Antonella Attili: Lietta
Elena Lietti: Valentina
Lucia Mascino: Margherita
Margherita Mannino: Caterina
Giovanni Anzaldo: Elio
Pietro Ragusa: maître
Francesco Brandi: don Francesco

LA RECENSIONE

Perfezionismo, ansia e spontaneità (esagerata)

Finalmente, il trio è tornato. Dopo alcune commedie andate, diciamocelo chiaramente, non proprio bene (vedi “Fuga da Reuma Park” e lo stesso “Odio l’estate”, partito bene ma finito male), Massimo Venier li ha riportato sul binario giusto con “Il Grande Giorno”. Il film non brilla per trama e intreccio (la sceneggiatura è stata scritta dal trio con il regista, Davide Lantieri e Michele Pellegrini) e strizza l’occhio alle classiche wedding comedy, soprattutto americane, dove l’apparente perfezione dell’evento viene devastata dall’intervento di uno degli ospiti che come un tornado travolge cose e persone. Qui Giovanni, padre della sposa, è il perfezionista che mira al meglio e rappresenta il conservatorismo, l’apparenza, la materialità della media borghesia del Nord mentre Giacomo è l’ansioso padre dello sposo che ritiene tutto ciò esagerato e troppo dispendioso. Il diavolo della Tazmania è Aldo che stravolgerà tutte le convenzioni borghesi con la sua spontaneità, purezza e sincerità, seppur esagerando con le parole e nei modi, ma non raggiungendo mai vette di volgarità che potrebbero risultare indigeste.

Recensione di Il Grande Giorno di Aldo, Giovanni e Giacomo

Il mix perfetto di commedia e malinconia

Venier ha voluto recuperare l’atmosfera e il mood di “Chiedimi se sono felice”(2000), mescolando commedia e momenti malinconici, un mix che funziona alla grande poiché i tre comici adesso offrono una comicità più matura, adulta, fatta di  puro intrattenimento e risate “vere”, alternate a momenti di riflessione che non appesantiscono la narrazione (cosa che sarebbe un suicidio in questo caso), ma sono inseriti al momento giusto. Altra cosa molto importante è la presenza femminile che non è messa in ombra dal trio ma, anzi, riesce a fare da contraltare e a tenere la scena in maniera ottimale, soprattutto la bravissima Lucia Mascino (Margherita, ex moglie di Giovanni, madre della sposa e adesso compagna di Aldo). L’attrice regala una performance che andrebbe premiata e rappresenta, con Aldo, la voglia di libertà, di fuga dalle convenzioni e da quel perbenismo falso che l’ha tenuta prigioniera troppo a lungo. Degne di nota sono anche Antonella Attili (Lietta) e Elena Lietti (Valentina). Il regista ha voluto dare particolare spazio ai comprimari (forse troppo?) e non possiamo non menzionare le esilaranti prove attoriali di Francesco Brandi (nei panni di Don Francesco) e di Roberto Citran (Cardinale Pineider), divertentissimi e adattissimi ai ruoli, vedere per credere.

Il significato di “Maledetta Primavera” nel film

Lo switch narrativo arriva, soprattutto, quando Aldo si mette al piano e canta “Maledetta Primavera”, pezzo cult di Loretta Goggi che qui assume un significato importante perché condensa tutti i temi principali del film e cioè l’amore non corrisposto e i legami falsi, annodati, seduti su una bomba ad orologeria e costretti a “trasformarsi”. Ed ecco, quindi, che il mix di ironia e profondità di cui parlavamo poco fa, è confermato e da al plot uno spessore diverso. Se poi ci mettete anche la fotografia accuratissima di Vittorio Omodei Zorini, le scenografie di Valentina Ferroni e le musiche del grande Brunori SAS (con un cameo di Francesco Renga nei panni di se stess), allora non potete fare altro che regalarvi i biglietti per trascorrere un Natale all’insegna del puro svago, con un pizzico di riflessione.  

Il voto di Cinefily

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!