“It Ends With Us – Siamo noi a dire basta”, è il film di Justin Baldoni (anche co-protagonista) tratto dall’omonimo libro di Colleen Hoover, il più venduto del 2022, inserito nella classifica dei best-seller del New York Times per oltre 90 settimane. Blake Lively è la protagonista assoluta di questa storia d’amore travagliata che arrivata nelle nostre sale il 21 agosto. Il botteghino sta già registrando cifre record e tutti i fan e le fan dell’autrice e degli attori si stanno riversando in massa al cinema. Noi l’abbiamo visto e di seguito trovate la nostra recensione senza spoiler.
LA TRAMA
Il sogn di Lily di una nuova vita, via dalla violenza
Il film racconta l’appassionante storia di Lily Bloom (Blake Lively), una donna che ha superato un’infanzia traumatica e intraprende una nuova vita a Boston per inseguire il sogno di una vita: aprire una propria attività. L’incontro casuale con l’affascinante neurochirurgo Ryle Kincaid (Justin Baldoni) fa nascere un legame intenso, ma mentre i due si innamorano profondamente, Lily inizia a vedere in Ryle lati che le ricordano il rapporto con i suoi genitori. Quando il primo amore di Lily, Atlas Corrigan (Brandon Sklenar), rientra improvvisamente nella sua vita, la relazione con Ryle viene stravolta e Lily capisce che deve imparare a contare sulle proprie forze per fare una scelta molto difficile per il suo futuro.
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INFO & CAST
Durata 130 min
Regia Justin Baldoni
Cast
Blake Lively: Lily Bloom
Justin Baldoni: Ryle Kincaid
Brandon Sklenar: Atlas Corrigan
Jenny Slate: Allysa
Isabela Ferrer: Lily da giovane
LA RECENSIONE
Nulla di nuovo ma il botteghino è già conquistato a suon di polemiche
Tralasciando tutte le polemiche che hanno travolto la coppia di protagonisti Blake Lively/Justin Baldoni (lei che durante la promozione appare troppo cool, troppo disinvolta, attenta a pubblicizzare i suoi prodotti per capelli più che sensibilizzare il pubblico sul tema centrale del film – la violenza domestica – rispetto a lui – protagonista e regista – mai con lei sul red carpet, più schivo e decisamente più focalizzato sul senso della storia e del libro) “It Ends With Us” è ben girato, molto fluido e costruito in maniera impeccabile su Lily, Ryle e Atlas. Ora, Baldoni cerca dall’inizio alla fine di stare molto attento ad evitare il pericolosissimo effetto “Film sentimentale/thriller di TV8”, partendo con una prima parte magnetica, romantica, accattivante, con una Lively strabella, semplice e con una luce negli occhi veramente unica ed un Baldoni super affascinante, misterioso e distante al punto giusto e con freccia di Cupido già nel cuore delle spettatrici. La loro storia prosegue sulle note di una colonna sonora azzeccatissima (grandi Rob Simonsen e Duncan Blickenstaff alle musiche), con dei flashback perfetti che ci fanno rivivere la storia sofferta, delicata e angosciante di Lily fatta di abusi psichici e fisici ma anche i tratti felici vissuti col suo ex Atlas (Sklenar).
Uno dei tanti film sulla violenza domestica?
Proprio nel momento in cui c’è il “cambio” di registro, quando Baldoni dovrebbe farci vivere la tensione, il timore del cambio drastico di umore di Ryle, i suoi sbalzi che diventato violenza allo stato puro mascherata da “incidente”, “sbaglio” ecco che manca quel qualcosa che poteva rendere tutto il progetto più credibile e originale. Ok ci stanno i temi del patriarcato da ridefinire o abolire; della violenza che va curata o, peggio ancora, non giustificata con l’amore e che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma anzi, di forza in questi casi, però snellendo di molto il libro, cambiando qui e là i tratti dei personaggi (abolendone alcuni) e costruendo una sceneggiatura (di Christy Hall) con frasi forse troppo ad effetto, ci sembra di assistere ad uno dei centinaia di film sullo stesso genere. Baldoni non riesce ad imporre la sua traccia, a dare la sua impronta, la riconoscibilità che poteva dare avendo tra le mani uno dei best-seller più venduti di sempre in America e nel mondo. Insomma, ad un certo punto sembra che non se la sia sentita di premere il piede sull’acceleratore e, quindi, il suo “uomo tossico, violento e dal passato oscuro” diventa uno tra tanti, dunque, dimenticabile.
IN CONCLUSIONE
Il montaggio di Oona Flaherty e Robb Sullivan è decisamente importante per un film di questo gene-re. I continui flashback sono estremamente utili alla narrazione, girati egregiamente e forse, più che la storia tra Lily e Ryle, ci affascina maggiormente quella col suo ex Atlas, per cui tutti alla fine fac-ciamo logicamente il tifo. Naturalmente, anche se non avete letto il libro, già dal titolo del film è fa-cilmente intuibile che il finale non sarà conciliantissimo ma neanche così tragico come lo immagina-te. Alla fine, i fan della Hoover, della Lively e del bel Baldoni (diciamolo dai, più bravo come regista che come attore!) saranno più che contenti di questa trasposizione per il grande schermo, ma obietti-vamente non è una pellicola memorabile. E’ costata, però, pochissimo - circa 25 milioni di dollari - e ha già raggiunto lo spaventoso incasso di 187 milioni di dollari, destinato a crescere ulteriormente. Attendiamo, come non mai, i vostri commenti in merito.
Il voto di Cinefily