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Lo abbiamo aspettato tantissimo e, finalmente, adesso è nelle sale. “Aquaman e il Regno perduto”, 15esimo e ultimo film del DC Extendend Universe, debutta nei cinema italiani il 20 dicembre e vede il mastodontico Jason Momoa tornare nei panni di Arthur Curry e James Wan in cabina di regia, quindi garanzia di qualità. “Aquaman”(2018), il primo capitolo, fece scintille al botteghino e adesso vedremo che i produttori del DC Extended Universe potranno gioire ancora.

https://www.youtube.com/watch?v=7aWCwLqmgFg&ab_channel=WarnerBros.Italia
LA TRAMA

“Aquaman e il regno perduto”, stavolta Jason Momoa non basta a salvare la baracca

Non riuscendo a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di annientarlo una volta per tutte. Questa volta Black Manta, in possesso del potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malevola, è più temibile che mai. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per forgiare un’improbabile alleanza. Insieme dovranno mettere da parte le loro divergenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman, e il mondo intero, da una distruzione irreversibile.

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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 124 min
Regia James Wan

 

Cast
Jason Momoa: Arthur Curry / Aquaman
Patrick Wilson: Orm Marius / Ocean Master
Yahya Abdul-Mateen II: David Kane / Black Manta
Dolph Lundgren: re Nereus
Temuera Morrison: Tom Curry
Nicole Kidman: regina Atlanna

LA RECENSIONE

Pericoloso effetto déjà vu?

Dopo vari rinvii e problemi legati alla tarda release del trailer, “Aquaman e il regno perduto” è sbarcato rocambolescamente al cinema. Ambientato pochi anni dopo gli eventi del primo film del 2018 che, ricordiamo, incassò ben 1.152.028.393 dollari, questo sequel vede Arthur Curry più spaccone e muscoloso che mai, con un Jason Momoa ampiamente a suo agio e fulcro principale di un progetto che, senza di lui e la sua mole, non avrebbe avuto veramente alcun senso. Tra momenti comici (forse troppi?), scontri spettacolari che però ricalcano in maniera esagerata quelli del primo capitolo e l’inserimento della tematica ambientalista (un tantino annacquata), il personaggio di Aquaman si pone come l’anello di congiunzione ideale tra il mondo del mare e quello terreno, con nuove responsabilità che fa fatica ad accettare e portare avanti, ma con lo stesso coraggio e la stessa verve da “giullare” che abbiamo amato nella prima pellicola. Pericoloso effetto déjà vu? Beh, si.

Recensione di Aquaman e il regno perduto

Cosa funziona e cosa no?

La regia di James Wan è, come al solito, eccezionale. La macchina da presa si muove in modo frenetico tra coreografie perfettamente riuscite e CGI ai massimi livelli, ma tutto ciò, purtroppo, non è supportato da una sceneggiatura all’altezza. Lo sceneggiatore David Leslie Johnson-McGoldrick si mette totalmente al servizio degli effetti speciali (di Mark Holt e Craig A. Mumma) e della fotografia di Don Burgess, limitandosi a frasi ad effetto, citazioni al mondo Marvel (vedi Loki) e inserendo flashback esplicativi che, per fortuna, durano poco. L’andamento narrativo è lineare: c’è la crescita personale del personaggio principale, il fratello ritrovato, la vendetta e un finale frettoloso che chiude il cerchio di questo viaggio iniziato nel 2018 e che forse sarà ripreso nel nuovo sentiero del DCEU. Il Black Manta di Yahya Abdul-Mateen funziona molto bene e la storia del misterioso tridente nero appassiona così come quella del fratello ritrovato Orm/Patrick Wilson, ma tutti gli altri personaggi – la regina Atlanna/Ncole Kidman, Re Nereus/Dolph Lundgren, Amber Heard/Mera – dove sono?

IN CONCLUSIONE

La necessaria evoluzione del DCEU

Ok, siamo d’accordo sul fatto che da “Aquaman e il regno perduto” ci si aspettava stupore visivo, scenografie mozzafiato (di Bill Brzeski e Sahby Mehalla), costumi fantastici (del geniale Richard Sale) e musiche da kolossal (di Rupert Gregson-Williams), però a questa sorta di leggerezza e pochezza di contenuti narrativi ci si era abituati forse qualche anno fa, adesso inizia a stancare. Non sappiamo dove ci porterà l’evoluzione del DCEU ma la svolta è inevitabile e necessaria. Detto ciò, andata al cinema per trascorrere 124 minuti in piena leggerezza e senza eccessive aspettative, altrimenti la delusione è dietro l’angolo e, sotto Natale, non ci sembra decisamente il caso.

Il voto di Cinefily

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