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Recensione di The Suicide Squad: Missione Suicida, film del DC Universe diretto da James Gunn.

Un film violento, comico, ignorantissimo e, nonostante qualche problema di ritmo, uno spettacolo impressionante di effetti.

LA STORIA DI JAMES GUNN

Come trasformare un anno terribile in un successo

Nel luglio 2018, un anno dopo il successo di Guardiani della Galassia Vol. 2, James Gunn venne letteralmente cacciato da Marvel. Il regista, in quel periodo, era diventato il facile bersaglio di troll e twittatori di destra che fecero emergere alcune sue vecchie battute offensive, per la cronaca risalenti a più di dieci anni fa.

Disney non fece altro che interrompere i legami con lui. Salvo, un anno dopo, rientrare nei propri passi e riportare a casa il talentoso regista. Nel frattempo, Gunn aveva colto al volo la ghiotta occasione offerta da Warner e si era già messo a scrivere la primissima sceneggiatura di quello che sarebbe diventato poi The Suicide Squad.

La trama di The Suicide Squad: Missione Suicida

Come in Suicide Squad del 2016, il nuovo The Suicide Squad è un film sui supercriminali del mondo DC costretti dal governo americano a unirsi alla Task Force X. Quest’ultima è una divisione segreta che invia i suoi membri in pericolose e rischiosissime missioni  – appunto suicide. I membri della Task Force X vengono attirati in servizio attraverso ricatti o la promessa di una riduzione della pena e tenuti in riga con esplosivi impiantati direttamente nel loro collo.

Il film segue le vicende di una singola missione ambientata nello stato immaginario di Corto Maltese. Un colpo di stato ha portato all’insediamento di un governo anti-americano, che ora ha il controllo di un centro di ricerca risalente all’epoca nazista. Il centro, attivo ancora oggi, nasconde un progetto segreto denominato Project Starfish. Il governo americano, preoccupato per ciò che potrebbe contenere la struttura, autorizza Amanda Waller (Viola Davis) a inviare la Task Force X per distruggerla.

Info
Anno 2021
Durata 132 min
Regia James Gunn

 

Cast

Margot Robbie: Harley Quinn
Idris Elba: Bloodsport
John Cena: Peacemaker
Joel Kinnaman: Col. Rick Flag
Viola Davis: Amanda Waller

L’eredità del primo film di Ayer del 2016

Non entriamo nei dettagli di un confronto con il primo film Suicide Squad (che a me non era dispiaciutissimo), in quanto il lavoro del 2016 del regista David Ayer venne pesantemente compromesso dalle interferenze dello studio, cosa che si è poi notata sullo schermo. La Suicide Squad attuale non conferma né nega gli eventi del primo film – da cui molti membri del cast ritornano – e non affronta il suo ruolo nel più ampio DC Extended Universe. Essenzialmente è un film autonomo.

suicide squad 2016

Dentro la testa di James Gunn

Entrare nel mondo di James Gunn significa anche confrontarsi con la sua anima Marvel, e il suo legame con i Guardiani della Galassia. Ma The Suicide Squad dà proprio il meglio di sé quando fa cose che i Marvel Studios non oserebbero mai fare! Mi riferisco al suo essere una commedia d’azione classificata come R-rated, alla sceneggiatura che dà la priorità agli artisti rispetto agli effetti in CGI e ad una storia che non ha paura di trattare un ipotetico conflitto geopolitico del mondo reale. Difatti, il suo punto più debole è proprio quando abbraccia un finale in stile Marvel con cui lascia lo status quo più o meno intatto utile per potenziali progetti futuri.

Recensione di The Suicide Squad: Missione Suicida in sintesi

The Suicide Squad, nonostante il suo essere cinecomic, mette in risalto un tema reale: l’orrore di trattare le vite come sacrificabili. Internalizza questo tema e lo conduce nel cuore della sua trama, dove addirittura una nazione intera diventa sacrificabile. Tutto ciò ispirandosi a decenni di intromissioni segrete – e non così segrete – degli Stati Uniti negli affari delle nazioni latinoamericane. Forse è proprio questo il nucleo centrale dell’intero franchise, in quanto Suicide Squad sta a tutti gli effetti diventando un franchise… Riguarderà sempre persone immorali intrappolate in un gioco immorale, usando cattivi per schernire la malvagità degli stessi poteri istituzionali che li armano.

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