Skip to main content

“Final Destination Bloodlines” è arrivato. Diretto da Zach Lipovsky e Adam Stein e scritto da Guy Busick e Lori Evans Taylor, il film è basato su una storia sviluppata da loro stessi e Jon Watts. È il sesto capitolo della saga di “Final Destination”, dopo “Final Destination 5” (2011), e ha come protagonista Kaitlyn Santa Juana nei panni di una studentessa universitaria che eredita l'improvvisa premonizione di morte della nonna e cerca di salvare l'intera famiglia dopo che i suoi membri iniziano a morire uno dopo l'altro. Teo Briones, Richard Harmon, Owen Patrick Joyner, Anna Lore, Brec Bassinger e Tony Todd appaiono in ruoli secondari. Noi l’abbiamo visto per voi e di seguito trovate la nostra recensione senza spoiler.

LA TRAMA

Chi non muore, si rivede

Stefani, 18 anni, ha incubi terribili. In essi vede sua nonna sfuggire alla morte in un incidente che avrebbe dovuto ucciderla 50 anni fa. La sua antenata è riuscita a sfuggire alla morte fino all’età di 80 anni, quando è morta per cause naturali. Grazie a questo miracolo, tutti i suoi discendenti devono qualcosa alla morte.

INFO & CAST
Anno 2025
Durata 110 min
Regia Zach Lipovsky e Adam Stein

Cast
Kaitlyn Santa Juana: Stefani
Teo Briones: Charlie Reyes
Richard Harmon: Erik Campbell
Owen Patrick Joyner: Bobby Campbell
Tony Todd: William Bludworth

LA RECENSIONE

Formula che vince, non si cambia

Questo sesto capitolo non cade lontano dall’albero. “Final Destination Bloodlines” segue la formula solita e vincente del franchise, ovvero la premonizione, delle persone che cercano di sfuggire ai piani della Morte e morti sempre più spettacolari e assurde. L’ingrediente in più, stavolta, è il fatto che gli errori fatti in passato dagli “antenati” ricadano su chi vive il presente. I giovani registi hanno dato ai fan quello che questi si aspettavano dopo tutti questi anni di pausa, premendo il piede sull’acceleratore dell’esagerazione, potendo contare anche su effetti speciali ancora più avanzati che hanno permesso di rilanciare la saga alla grande. L’antefatto si svolge nel 1969, con una lunga premonizione ambientata nello Skyview Restaurant, un ristornate in cima ad una torre. Da quel momento si dà il via alla serie di morti architettate ad arte e alla storia di chi riesce a sfuggire miracolosamente alla Morte.

Le due vie per sconfiggere i piani della Morte

Ansia e suspense ci accompagnano per tutti i 110 minuti di durata del film e ci sono dei fili che sono ancora connessi al quinto capitolo, anche se ovviamente, se non avete visto i film precedenti non importa (c’è un cameo del compianto Tony Todd molto bello). Sta di fatto che, se i piani della Morte fossero andati a buon fine, stavolta alcuni personaggi non sarebbero proprio esistiti. La sceneggiatura non è mai stata molto importante, dunque si passa immediatamente all’impatto visivo ed emozionale. Non mancano passaggi humour ma sono ben pochi rispetto a quelli in cui vi coprirete gli occhi. I fan storici sono abituati a morti terribilmente articolate ma, ovviamente, non vogliamo rivelarvi nulla in merito. Però possiamo dirvi che per interferire con il piano della Morte e sconfiggerla ci saranno due vie: o togliere la vita a un’altra persona o morire tentare di essere rianimati. Ancora più curiosi adesso eh?

IN CONCLUSIONE

Con 5 milioni di budget, la produzione ha potuto assoldare alla fotografia il bravissimo Christian Sebaldt e al montaggio – fondamentale per questo film e per tutti i precedenti – Sabrina Pitre. La CGI non ci ha fatto impazzire però ci sono le musiche di Tim Wynn e una dinamica narrativa che, nei capitoli del passato, non c’era. Questo ritorno, in generale, ci ha entusiasmato molto e speriamo che, in un ipotetico capitolo 7, ci siano dei miglioramenti estetici che potrebbero renderlo praticamente perfetto.

Il voto di Cinefily

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!