Esattamente 80 anni fa, Roma città aperta, di Roberto Rossellini, veniva proiettato per la prima volta al Teatro Quirino. Domani, 24 settembre 2025, quello stesso teatro ospiterà una serata di gala per celebrare il ritorno di questo capolavoro, restaurato con cura e passione. Da non perdere assolutamente.
Il 24 settembre 1945, Roma città aperta, capolavoro assoluto di Roberto Rossellini, veniva proiettato per la prima volta al Teatro Quirino, nel cuore della Capitale. Era l’alba di una nuova era cinematografica: il Neorealismo italiano, crudo, autentico, profondamente umano. Domani, esattamente 80 anni dopo, quello stesso teatro ospiterà una serata di gala per celebrare il ritorno di questo capolavoro, restaurato con cura e passione. Un evento aperto al pubblico, che promette di essere non solo una proiezione, ma un vero e proprio rito collettivo di memoria e rinascita.
Isabella Rossellini e gli altri ospiti d’eccezione per una serata memorabile
A rendere ancora più speciale la serata saranno le presenze di Isabella Rossellini, figlia del regista e di Ingrid Bergman, musa del cinema mondiale. Con lei, Alessandro Rossellini, fotografo e regista, e Benedetta Porcaroli, giovane attrice tra le più promettenti del panorama italiano. I tre dialogheranno con il critico cinematografico Steve Della Casa, in un confronto tra generazioni, linguaggi e visioni del cinema. Un’occasione per riflettere sull’eredità di Roma città aperta e sul suo impatto ancora vivo nella cultura contemporanea.
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Il restauro: un atto d’amore per il cinema
Il restauro della pellicola è stato curato dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con Cinecittà, con il supporto del Ministero della Cultura. L’intervento ha riguardato sia la parte visiva che quella sonora, riportando alla luce la grana originale della pellicola, i contrasti drammatici e le voci intense dei protagonisti. Un lavoro certosino che ha permesso di restituire al pubblico l’esperienza autentica del film, preservandone l’integrità e la potenza espressiva.
Non solo un film, ma un documento storico
Roma città aperta non è solo un film ma un documento storico, un grido di dolore e speranza, un’opera che ha segnato la rinascita del cinema italiano nel dopoguerra. Girato in condizioni estreme, con attori non professionisti e scenografie improvvisate, racconta la Resistenza romana contro l’occupazione nazista, con personaggi indimenticabili come Don Pietro (Aldo Fabrizi) e Pina (Anna Magnani). La sua forza sta nella verità che trasmette, nella capacità di rendere universale una tragedia locale.
Il Neorealismo nasce con questo film ed è un movimento che ha influenzato registi di tutto il mondo, da François Truffaut a Martin Scorsese. La scelta di ambienti reali, la narrazione di storie quotidiane, l’attenzione ai volti comuni, tutto concorre a creare un linguaggio nuovo, capace di parlare al cuore dello spettatore. Il film di Rossellini è il manifesto di questa rivoluzione, un’opera che ha aperto la strada ad altri meravigliosi capolavori come Ladri di biciclette, La terra trema e Umberto D.



